Toscana
Adozioni, soffia il vento dell’Est
In questo senso il 29 maggio 1993 all’Aja è stata firmata una convenzione sulla protezione dei Minori e sulla Cooperazione in materia di adozione internazionale. Lo scopo di questo documento è stato quello di introdurre un elemento nuovo nelle adozioni internazionali e cioè diminuire l’adozione «fai dai te». Questo vuol dire che una coppia che vuole adottare un bambino proveniente da uno stato estero, deve passare obbligatoriamente per un ente autorizzato che può essere un’associazione di volontariato, una fondazione o qualsiasi altra figura del mondo delle Onlus che aiuterà la coppia nell’attività di mediazione con lo stato estero del bambino. Ogni paese firmatario della convenzione l’ha poi ratificata con una sua legge, perché i principi sanciti da questo documento internazionale vogliono dare esclusivamente le linee guida in materia, giacché ogni nazione ha esigenze e caratteristiche diverse.
In Italia, questa convenzione è stata ratificata con la legge n. 476 del 31/12/98 ed è stata istituita anche una Commissione per le adozioni internazionali che in collaborazione con i tribunali dei minori controllano le adozioni.
«Non è possibile fare una comparazione tra i dati del 2001 e del 2002 commenta la dottoressa Raffaella Pregliasco dell’area ricerca, formazione e documentazione del Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza di Firenze perché i dati sono ancora in elaborazione, ma la Commissione ha redatto un rapporto sulle domande di adozioni prevenute dal 16/11/2000 al 31/12/2001, e quindi attraverso questa ricerca si potrebbe avere già un quadro riferimento».
In Italia, tra le città che hanno le incidenze più alte di decreti pervenuti ai tribunali, troviamo Firenze con il 9.1%, preceduta solo da Milano, Venezia e Roma. Le maglie nere vanno a Brescia con solo il 5%, Bari (4.4%) e Torino (4.2%).
Per quanto riguarda, invece, la regione Toscana, sono ben 173 i minori ai quali è stata concessa l’autorizzazione all’ingresso in Italia. Di questi 173, 6 bambini provenivano dall’Africa, 22 dall’America, 23 dal continente asiatico e 122 dall’Europa.
C’è da sottolineare che l’autorizzazione all’ingresso del minore straniero in Italia, viene concessa esclusivamente se le pratiche sono state eseguite nel rispetto dei principi della Convenzione dell’Aja del ’93, e se ricorrono le condizioni di abbandono, poiché il visto d’ingresso corrisponde al riconoscimento di un’adozione pronunciata nel paese estero.
Tra i bambini entrati in Italia prevalgono i maschi rispetto alle femmine, il 55% di maschi contro il 45% di femmine. Per quanto riguarda l’età, per entrambi i sessi, si evidenzia una preferenza per la fascia che va da 1 anno ai 4 anni; circa il 51% del totale. La seconda fascia di età che viene richiesta è quella dai 5 ai nove anni che copre circa il 31% del totale. In Toscana, facendo riferimento sempre al numero di minori con il visto d’ingresso (173), sono ben 14 i bambini con meno di un anno, 108 quelli della fascia più richiesta e cioè 1-4 anni, 45 i minori dai 5 ai 9 anni e 6 i bambini con più di dieci anni.
Per concludere questa panoramica sulle adozioni, ci sono 4 paesi tutti appartenenti all’est europeo ai primi posti per la provenienza di minori. L’Ucraina è il primo paese con il 22.5%, seguita dalla Russia con il 10.5%, dalla Romania e dalla Bulgaria con il 9.3% e l’8.8%. Un altro dato interessante è che il 30.6% dei minori proviene dai paesi latino americani come il Brasile e la Colombia, dall’India e dalla Bielorussia.
Dopo aver ricevuto l’ok per il visto la coppia si rivolge al tribunale dei minorenni per la trascrizione del provvedimento di adozione del giudice straniero nel registro dello stato civile, in questo modo il minore diventa a tutti gli effetti figlio della coppia richiedente con tutti i diritti che questo comporta.
I tempi per un’adozione variano secondo molti fattori. Prima di tutto secondo il paese estero e dalle sue condizioni socio-politche, se si tratta di un’adozione internazionale e dall’età dei bambini.