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Addio all’abbé Pierre: Arezzo saluta il padre di Emmaus

Grande uomo di fede e fondatore di Emmaus, aveva un legame tutto particolare con la provincia di Arezzo. Qui, a due passi da Laterina, si trova una delle sue undici comunità Emmaus italiane: è quella di Ponticino guidata da Franco Bettoli. Nata nel dicembre del 1972 nel territorio di Laterina, accoglie più di venti persone. Fin dall’inizio, la comunità del Valdarno ha riservato un particolare impegno nell’inserimento sul territorio. Positiva ed efficace la collaborazione con il centro interculturale per la gestione di un centro accoglienza per immigrati o con il coordinamento «Per un Arezzo solidale e tollerante» in sostegno ad un campo nomadi. Tutto questo, senza trascurare l’apertura ai problemi ed alle richieste di solidarietà internazionale. Bangladesh, Libano, Perù, Colombia, Burkina Faso, Benin e Bosnia sono stati e sono i paesi maggiormente presenti, anche in collaborazione con altri gruppi di Emmaus Internazionale. La comunità vive del superfluo delle nostre soffitte e cantine: infatti, raccoglie a domicilio il materiale usato ancora riutilizzabile e lo vende nei mercatini solidali dell’usato. E proprio la presenza della comunità alle porte di Arezzo ha fatto sì che l’abbé Pierre facesse tappa più volte nell’aretino e incontrasse spesso i vescovi della diocesi, fra cui monsignor Gualtiero Bassetti. Molti i riconoscimenti che ha ricevuto. Il Comune di Laterina gli ha conferito la cittadinanza onoraria nel 1998 per «gli alti meriti acquisiti nei confronti di tutta l’umanità con una vita dedicata, fin dall’età giovanile, al servizio e alla valorizzazione degli ultimi». Analogo riconoscimento è arrivato dalla Provincia di Arezzo nel maggio 2003 con una solenne cerimonia nella Sala dei Grandi. Nel 2004 l’abbé Pierre era di nuovo nell’aretino: stavolta nella sua comunità. Con lui anche la Rai che, a distanza di cinquanta anni dal suo famoso appello ai microfoni di Radio Lussemburgo per portare aiuto ai senza tetto di Parigi, lo intervistò in una puntata speciale di «Racconti di vita» dedicata a sacerdote francese. Per la tv italiana e per Arezzo, sede di una delle comunità di accoglienza e lavoro, è stato come un testamento spirituale del «curato dei poveri» che ha speso la sua vita al servizio di chi non ha nulla.Giacomo Gambassi