Si è spento nella sua casa un vecchio partigiano della IV Brigata Valtiberina, poi arruolatosi volontario nella famosa Divisione Cremona.Una testimonianza la sua, di amore vivo e di pace da parte di chi aveva provato sulla propria pelle l’esperienza della guerra. E, proprio durante la guerra, era riuscito con altri volontari a sottrarre la sua fidanzata ad un rastrellamento tedesco che aveva condotto alla cattura di alcuni civili a San Lazzaro. La storia che andiamo a raccontare probabilmente contravviene a quella che era la sua idea di morte: era così schivo da non volere nemmeno la pubblicazione degli annunci funebri. Tuttavia l’affetto dimostrato dagli amici e dai parenti convenuti per l’estremo saluto induce a ricordarlo ugualmente, citando solo quello che era il suo nome in codice: «Sguillo». Anche allora è notte, ma è quella del 3 giugno 1944. Sulla cima del Monte Maggiore «Sguillo» è di guardia quando improvvisamente le SS. accerchiano l’Alpe della Luna e chiudono tutte le vie di fuga. Riuscito a scappare dalle divise brune si nasconde in un anfratto pregando la Madonna. Il giorno dopo quando apre gli occhi vede davanti a sè un frate di Montecasale. Sguillo ha con sé 5 lire e gliele porge: quel giorno la Madonna gli ha concesso la grazia.Andrea Bertocci