Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Addio a Pia Barni, la «donna coraggio» che vide la famiglia decimata dalla guerra .

Il risarcimento che le spettava forse non potrà vederlo nemmeno da lassù. Pia Bernardini Barni, la biturgense che nell’agosto del 1944 aveva visto morire, uccisi dalla guerra in soli dieci giorni marito, padre e fratello, è morta nei giorni scorsi a 93 anni. Residente in via del Forno a Sansepolcro, ha rappresentato una delle testimoni che gli investigatori britannici, alla fine del secondo conflitto mondiale, avevano ascoltato in merito all’uccisione di almeno 39 civili nel territorio di Sansepolcro da parte di soldati tedeschi del 721° Reggimento cacciatori nell’agosto 1944. Testimonianza che purtroppo non è servita a punire i colpevoli di quelle uccisioni (nel 1981 l’inchiesta è stata archiviata da parte della magistratura militare tedesca e nel 2001 da parte di quella italiana).Un disegno di legge, viste le difficoltà nel promuovere in più di mezzo secolo un’azione penale, prevedeva un risarcimento a favore della signora Barni di 75mila euro (25mila euro moltiplicato per tre vittime). Un progetto rimasto sulla carta e di cui, se mai si riuscirà a renderlo realtà, Pia non potrà più beneficiare. Davvero triste la storia di questa donna che ha trascorso la sua vita lavorando come pastaia alla Buitoni, dedicandosi completamente alla madre inferma.Pia Bernardini nacque il 25 gennaio 1915 in una famiglia di coloni che abitavano in località Presalino, nel comune di Badia Tedalda. Trasferitasi a Sansepolcro e entrata a soli 15 anni nella celebre fabbrica biturgense di pasta, conosce il futuro marito Ranieri Barni. I due si sposarono il 1° settembre 1940, quando lui è già stato arruolato nell’esercito a Palermo e poté usufruire di cinque giorni di licenza per le nozze. In Sicilia Ranieri rimase fino all’8 settembre 1943. Tornato a casa assieme al cognato Pietro, arruolato a Como, entrambi vennero richiamati alle armi. Ma in Italia regna ormai il caos. Ai due venne suggerito di non rispondere alla nuova leva: chi si trovava ad esser militare scappava via, perciò chi era già a casa era bene che ci restasse.Ma il futuro riserva per loro un triste destino. L’8 agosto 1944 un rastrellamento effettuato a Cignano (dove già dai primi di luglio si erano insediati i tedeschi) portò alla cattura di Michele e Pietro Bernardini (nella foto), rispettivamente padre e fratello di Pia, che vennero condotti all’alpe della luna a lavorare alle opere di trinceramento. I loro corpi saranno ritrovati il 10 settembre, uccisi dai tedeschi il 17 agosto dopo un tentativo di fuga. Solo pochi giorni prima di questo ritrovamento Pia aveva pianto la morte di suo marito Ranieri. Lei e il giovane sposo erano stati catturati il 28 agosto, sempre nella zona di Cignano, accusati assieme ad altre due persone, Ascaro Mori e Annunziata Mearini, di essere spie di partigiani e di aver contravvenuto al divieto di transitare per quella fascia interdetta dai tedeschi dopo aver evacuato l’intera popolazione civile.Ranieri Barni e Ascaro Mori furono condotti nella casa per un breve interrogatorio. Le donne lasciate fuori. Dopo pochi istanti i due uomini furono portati sul retro della casa e vennero raggiunti da alcuni colpi sparati alle spalle. Ranieri Barni venne ucciso all’istante, Ascaro Mori riuscì a fuggire ma, in fondo a un campo, venne colpito a morte. Pia Bernardini Barni assisteva impotente alla scena, mentre in ginocchio gridava: «Uccidete anche me! Perché non uccidete anche me?». Sempre negli stessi giorni Pia vide deportare in Romagna la madre Francesca, che riuscirà a tornare a casa solo nel novembre del 1944. Chissà quante volte Pia ha rivissuto nella propria mente quei giorni terribili. Si trattava della persona che in tutta Sansepolcro aveva subito il maggior numero di perdite tra i propri familiari. Andrea Bertocci