Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Addio a Don Vasco Donati Sarti, parroco delle Ville.

«Le cose vanno fatte e non pensate» ripeteva davanti ad ogni difficoltà don Vasco Donati Sarti, parroco di Le Ville di Monterchi. Il sacerdote si è spento all’alba di venerdì 10 ottobre nell’ospedale di Sansepolcro. Malato da tempo, è stato colpito da un arresto cardiaco. Era amato dai giovani e non solo da quelli della parrocchia. Lo apprezzavano gli alunni che ha potuto incontrare durante gli anni dell’insegnamento alle scuole medie e alle superiori: loro sono stati il suo punto di forza.Difensore della «Madonna del Parto» di Piero della Francesca per la quale chiedeva un’adeguata collocazione che rispondesse alle esigenze di culto, amava la gente volenterosa e aiutava in maniera singolare chi era in difficoltà. Impartiva ripetizioni di musica, greco e latino. Era persona dinamica anche nell’attività sportiva.Don Vasco nasce alla Lama di Caprese Michelangelo il 17 giugno 1932. Entra nel seminario di Sansepolcro e completa gli studi nel seminario maggiore di Firenze. Il 29 giugno 1958 viene ordinato sacerdote. Per tre anni resta cappellano nel Duomo di Sansepolcro. Successivamente è mandato a Monterchi in qualità di cappellano svolgendo anche l’ufficio di economo spirituale a Padonchia fino a l965. Dal 1970 al 1982 è parroco di San Sisto e Apollinare a Petretole ed economo spirituale a San Lorenzo di Ricciano. Nel 1983 giunge a Le Ville. Proprio quest’estate, il 29 giugno, aveva festeggiato i cinquant’anni di sacerdozio con i suoi parrocchiani. Sabato scorso è stato celebrato il funerale nella chiesa di Santa Maria della Pace di Le Ville alla presenza del vescovo. Don Vasco è stato sepolto nel cimitero di Fragaiolo.Linda Mencaroni

Don Nevio: quell’amicizia germogliata in seminario

Don Vasco caro,Caprese e Selvapiana sono terre da castagne anche se le nostre sono più saporite perché è “Romagna solatia”. E sono anche terre di preti. Ci siamo ritrovati in seminario al Borgo nell’immediato dopoguerra, chiamati più da mancanza di scuole a casa nostra che da una vocazione specifica. Tanto che, mentre salivo con i trampoli un’altura, Qualcuno mi accennò al seminario e gli risposi: «Tu Cristo non mi freghi. Io vengo in seminario solo per studiare». Ma Paolo dice che il Signore sceglie la spazzatura per fare le sue cose. E così ci ha voluto preti. Tempi duri, ma costruttivi: un panino per la giornata, il ghiaccio da rompere nella catinella al mattino, lo studio esigente e tanta memoria: Omero, Virgilio, Manzoni, Pascoli. Una memoria che, cresciuta, ci è servita anche nel ministero.Le nostre vacanze ad Alfero a pescare trote. Le tue prime composizioni musicali dedicate alla mamma. E la musica, soprattutto il gregoriano, era il tuo forte anche nel seminario fiorentino dove conducevi la liturgia. Ma quelle vacanze di Alfero ebbero anche un momento nero: quando ripescammo cadavere l’amico Mario Finocchi, inceppato fra le alghe del lago Pontini. A San Piero arrivò la sua mamma che Fanfani e io prendemmo a braccetto per condurla all’obitorio. Ai Pontini una stele ricorda questo fatto doloroso.Vasco, da prete hai lavorato prima al Borgo con quelli del «brigantino»: Giacomo, Valerio, Pietro Zazzeri. Poi sei passato in quel di Monterchi. Negli ultimi anni a Natale hai allestito, scortato da persone intelligenti, un grande presepe vivente come omaggio a Gesù. Hai difeso la Madonna capolavoro di Piero che volevi là dove era nata e perché era «Madonna del Parto» la sentivi come mamma. Lei che tante volte hai pregato ti ha chiamato in paradiso. Giovedì sera ti ho salutato con un bacio sulla guancia come un amico che ti vuole bene. Ti ricordiamo e tu ricordaci.don Nevio Massi