Vita Chiesa
Acs, il 20 novembre Venezia si tinge di rosso per ricordare Asia Bibi e i tanti cristiani perseguitati
«I giovani del mondo occidentale devono sapere che mentre si godono le loro libertà e i loro diritti ci sono tanti nostri giovani che per la loro fede rischiano la vita ogni giorno. Non dimenticate i cristiani perseguitati. L’indifferenza di tanti cristiani nel mondo ci fa più male del fucile spianato contro di un terrorista»: è l’appello lanciato da padre Antoine Safwat Tawfik Alan, della Provincia francescana di Egitto, che oggi è intervenuto, a Roma, alla conferenza stampa di presentazione di «Venezia in rosso» (#VeneziaInRosso), iniziativa promossa dalla Fondazione di diritto pontificio, Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), e dal Patriarcato di Venezia, per ricordare i milioni di cristiani oggi perseguitati e in particolar modo Asia Bibi. Il 20 novembre i più famosi monumenti veneziani – la basilica S. Maria della Salute e il tratto antistante del Canal Grande, il ponte Rialto, la Scala Contarini del Bovolo, i palazzi Ca’ Rezzonico, Ca’ Pesaro, Ca’ Farsetti, Ca’ Loredan – si illumineranno di rosso «come il sangue dei cristiani perseguitati».
«Non abbiamo paura del martirio, la persecuzione è nel nostro destino – la stessa Sacra Famiglia fu perseguitata e costretta a fuggire in Egitto -: i terroristi pensano di farci paura ma noi rispondiamo loro con il nostro attaccamento a Cristo. Più ci uccidono più rinasciamo. Purtroppo non veniamo aiutati. In Occidente ci sono media che danno voce agli integralisti, a noi nessuno. L’indifferenza dei nostri fratelli cristiani nel mondo ci addolora più della persecuzione. Stateci vicino e non abbandonateci». Analogo appello lo ha lanciato don Joseph Fidelis (Nigeria): «Facciamo conoscere al mondo la persecuzione dei cristiani. In Nigeria siamo perseguitati da gruppi fondamentalisti come Boko Haram. Ci sono migliaia di Asia Bibi nel nostro Paese, violentate e perseguitate, costrette alla conversione. I nostri fedeli si chiedono il perché di tanta sofferenza e soprattutto dove sono i nostri fratelli del mondo occidentale. Non abbandonateci».
«Asia Bibi è un simbolo importante per tutti i cristiani dei Paesi dove non sono perseguitati affinché non vivano un cristianesimo in pantofole e sul divano. Asia Bibi ci ricorda che esistono cristiani con la schiena dritta»: lo ha detto il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, intervenendo in collegamento dalla città lagunare, alla conferenza stampa. «La libertà religiosa è fondamentale – ha ribadito il patriarca – e il Concilio Vaticano II ha insistito molto su questo punto. Ci auguriamo che Asia Bibi possa vedere presto la libertà piena. In nove anni di detenzione non è mai venuta meno alla sua fede». La persecuzione dei cristiani nel mondo, ha aggiunto mons. Moraglia, «è una realtà poco illuminata che dovrebbe essere conosciuta da tutti. Per questo motivo abbiamo voluto legare il tradizionale pellegrinaggio diocesano dei giovani alla basilica della Madonna della Salute ai temi del diritto alla libertà religiosa e della persecuzione delle comunità cristiane. In questo modo i giovani pellegrini, circa 2000, si confronteranno con queste realtà e ascolteranno la testimonianza di chi ha scelto di non tirarsi indietro».
Tra i testimoni il vescovo copto-cattolico di Minya (Egitto), mons. Botros Fahim Hanna. Presentando l’evento del 20 novembre, il direttore di Acs-Italia, Alessandro Monteduro, ha ribadito «l’urgenza di accendere i riflettori sulle violazioni della libertà religiosa che accadono in tutto il mondo. Il nostro pensiero va ad Asia Bibi e a tutte quelle donne che a causa della loro fede soffrono la persecuzione ma delle quali nessuno si occupa. Nella speranza che il #MeToo vada ben oltre Hollywood».
Un messaggio importante quello di #VeneziaInRosso che giunge a pochi giorni dal 25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Durante la conferenza stampa sono state annunciate la presentazione della XIV edizione del Rapporto Acs sulla libertà religiosa nel mondo, il 22 novembre a Roma, e l’illuminazione di rosso della Sagrada Familia di Barcellona, il giorno seguente.