Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (il centrodestra si è astenuto) la nuova legge per la disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzazione della acque minerali, di sorgente e termali. Il testo licenziato dalle commissioni Attività produttive e Sanità sulla nuova legge modifica la precedente legge regionale, la 38 del 2004, e interviene prevalentemente a disciplinare l’avvio di un’attività di utilizzazione di acqua minerale e di sorgente e il rinnovo delle concessioni, con l’intento di colmare alcune lacune e intervenire sugli aspetti economici e sanitari della materia: funzioni amministrative decentrate, riordino e razionalizzazione delle concessioni e dei canoni, regolamentazione degli aspetti igienico sanitari. Lo ha detto il presidente della commissione Attività produttive, Vittorio Bugli, illustrando il provvedimento in Consiglio regionale. La nuova legge, confermando la precedente, prevede che siano i Comuni a rilasciare permessi di ricerca, concessioni e autorizzazioni igienico sanitarie: il permesso di ricerca per lo studio e la captazione dell’acqua, da effettuarsi nel termine massimo di 90 giorni; la concessione per la coltivazione del giacimento sarà rilasciata attraverso convenzione della durata massima di 25 anni, previa selezione con procedura di evidenza pubblica, che richiederà la presentazione dei programmi di coltivazione e dei piani industriali relativi agli interventi di tutela e valorizzazione sostenibile della risorsa-acqua, nonché alla promozione dello sviluppo qualificato del territorio, alle ricadute economiche ed occupazionali ed alla compensazione dell’eventuale impatto sul territorio. Per l’esercizio delle funzioni istruttorie relative al rilascio della concessione, i Comuni si avvarranno delle competenti strutture territoriali della Regione. La concessione è subordinata ad un pagamento annuo: per le concessioni con annesso stabilimento di imbottigliamento il canone può variare da un minimo di 0,50 euro e un massimo di 2 euro per metro cubo di acqua imbottigliata; l’acqua destinata ad usi termali è soggetta ad un canone annuale posticipato di 0,10 euro per metro cubo, con dei tetti massimi. Una riduzione del canone è prevista, fra l’altro, per l’imbottigliamento in vetro e per le acque termali utilizzate per cure convenzionate con il servizio sanitario nazionale. Le risorse derivanti dai canoni saranno impiegate in iniziative a beneficio del territorio interessato dalla concessione. La Regione continuerà a provvedere al monitoraggio dello sfruttamento delle risorse idriche con l’obiettivo di tutelare il patrimonio toscano di acque minerali di sorgente e termali. Sono disciplinate, inoltre, le disposizioni in materia di etichette, di vendita ad uso di bevanda, di autocontrollo della produzione, di adempimenti amministrativi per l’utilizzazione delle acque minerali e di sorgente, di esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo. Sono individuate, dalle Province, zone di salvaguardia e di valorizzazione ambientale da sottoporre a specifica disciplina. Le commissioni sono intervenute in modo sostanziale sul testo della proposta di legge, anche accogliendo alcune delle indicazioni emerse nella fase delle consultazioni: interventi per una precisazione dei criteri e anche nell’ottica della semplificazione dei procedimenti amministrativi.Marco Cellai (An), ricordando l’iter travagliato della proposta di legge, ha affermato che il testo non dà risposte alle interrogazioni e alle riserve espresse dai soggetti consultati dalle Commissioni in fase di analisi del provvedimento. In particolare, Cellai ha sottolineato la difficoltà cui andranno incontro i Comuni nel gestire le procedure di evidenza pubblica ed il rischio, a queste collegate, che i Comuni possano avere margini di discrezionalità troppo alti.Secondo Gino Nunes (Pd), siamo di fronte ad una legge importante, che trasferisce, così come era stato richiesto, competenze ai Comuni. È una legge importante ha detto perché sposta la questione dal piano della rendita a quello dell’uso pubblico e della produzione. Questo, ha ricordato, grazie al fatto che la concessione non sarà più assegnata in automatico, e soprattutto in maniera perpetua, a chi ha compiuto il lavoro di ricerca. Secondo Nunes, inoltre, i Comuni sono senz’altro in grado di affrontare le competenze loro assegnate. Magari ha aggiunto i Comuni termali possono associarsi proprio per gestire le nuove competenze che la legge prevede.Di conflitto d’interesse rispetto alle competenze decisionali assegnate ai Comuni ha invece parlato Marcella Amadio (An).In fase di votazione sono stati approvati una serie di emendamenti presentati da Pd e Verdi, tra i quali alcuni che rafforzano i vincoli di rispetto ambientale, che prevedono procedure di assegnazione delle concessioni rispettose anche dei Comuni limitrofi e che prevedono, in caso di decadenza della concessione, che tale decisione sia pronunciata solo dopo il parere obbligatorio espresso dalla competente struttura amministrativa della Regione. (s.bar/lm)