Toscana

Acqua, proroga delle concessioni per non aumentare le tariffe

Continuano a perdere gli acquedotti toscani: 37 litri su cento di acqua immessi in rete. Occorrono investimenti, ma è impensabile aumentare il costo delle tariffe. E allora?

«In Toscana il totale degli investimenti previsti dai Piani di Ambito arrivano a 3,5 miliardi di euro, circa 40 euro l’anno ad abitante – spiega Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana –. Tali investimenti sono però sottostimati rispetto alle reali necessità del settore, infatti, abbiamo calcolato che è necessario 1,5 miliardi di euro aggiuntivi per l’approvvigionamento e per la depurazione. Chiediamo alla Regione Toscana un aiuto per attivare maggiori risorse, subito cantierabili, per incentivare grandi interventi di rilevanza regionale per l’approvvigionamento e per gli impianti di depurazione che servono per mettere a norma la nostra regione con le norme europee in materia di scarichi idrici, su cui vi saranno a partire dal 2016 pesanti sanzioni. Questi interventi devono anche essere sostenuti economicamente con finanziamenti pubblici perché non possono essere finanziati esclusivamente con la tariffa».

Opinione condivisa anche da Fausto Valtriani, presidente di Acque spa, Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, Mauro Macera, presidente di Geal Spa, Claudio Ceroni, presidente di Acquedotto del Fiora, Michele Caturegli, direttore di Asa spa.

La richiesta parte dalla constatazione che il finanziamento pubblico appare sempre più improbabile, visti anche gli onerosi tagli che il governo ha fatto alle Regioni e l’impossibilità di finanziare tutti gli investimenti necessari attraverso la tariffa. Da qui la necessità  di trovare un modo che dia la possibilità alla finanza pubblica e alle aziende di rimodulare gli investimenti per garantire gli interventi necessari. La proposta è quella di omogeneizzare i tempi delle concessioni per permettere maggiori investimenti a parità di tariffa.

«Sostenere gli interventi previsti per la rete idrica significa dare vita ad attività immediatamente realizzabili in tempi rapidi da parte dei gestori del servizio idrico integrato in accordo con le Autorità di ambito, che coinvolgano una filiera produttiva prevalentemente locale e attivino un indotto con benefici sia in termini di risultato economico per le imprese che di occupazione per la regione – spiegano i presidenti delle aziende di gestione del servizio idrico integrato –. Significa migliorare la competitività del sistema toscano, riducendo le perdite in rete e migliorando la capacità di servire le aree oggi a rischio siccità, in particolar modo quelle a vocazione turistica e produttiva. Non si parla di interventi nuovi, ma di azioni già previste dai Piani di ambito, purtroppo in misura sottostimata rispetto alle reali necessità. La Toscana, infatti è una delle regioni che ha pianificato minori investimenti rispetto alle altre regioni. C’è bisogno di una svolta, un cambio di passo che sblocchi le opere, individui le risorse necessarie, metta i gestori in grado di operare e di realizzare tutti gli interventi indispensabili per mettere in sicurezza i nostri territori dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico per i prossimi decenni e per la depurazione in cui l’Italia sconta un pesante ritardo».

Arsenico nell’acqua: l’impegno della RegioneE’ in via di risoluzione la questione arsenico nell’acqua in Toscana rilevata dall’Unione Europea che boccia le richieste di deroga. Per uscire dalla attuale situazione di criticità, la Regione Toscana, insieme al gestore del servizio idrico e alle Asl, sta mettendo in atto una strategia mirata di interventi. Grazie a quattro nuovi impianti la concentrazione della sostanza nell’acqua sarà riportata nei limiti di legge entro dicembre 2010 nei comuni di Pomarance e Montecatini Val di Cecina, entro aprile 2011 nel comune di Radicondoli e entro il 31 dicembre 2012 nei rimanenti comuni nei quali, peraltro, la concentrazione di arsenico è già adesso entro i limiti fissati dall’Unione europea. La rassicurazione viene dall’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini che aggiunge: «Dal mio insediamento, nel maggio scorso, sto sollecitando il gestore a fare gli interventi necessari per velocizzare i tempi di realizzazione degli impianti. Ogni tre mesi verificheremo inoltre lo stato d’attuazione degli interventi programmati, in modo da essere certi del rispetto dei tempi e della tempestiva funzionalità degli impianti». In Toscana sono 16 i comuni delle province di Arezzo, Pisa e Livorno con gli acquedotti che presentano tracce di arsenico: Foiano della Chiana; Marciano della Chiana; Montevarchi; Bucine; Monterotondo Marittimo; Cecina; Campiglia Marittima; Campo nell’Elba; Capoliveri; Marciana; Marciana Marina; Porto Azzurro; Porto Ferraio; Rio Marina; Rio nell’Elba; Suvereto; San Vincenzo; Montecatini Val di Cecina.