Toscana

ACQUA: LETTERA A 161 SINDACI TOSCANI, RESTI IN MANO PUBBLICA

L’acqua è un bene pubblico, finito e indispensabile, e deve restare in mano pubblica. Questo il senso di una lettera aperta rivolta a 161 sindaci toscani dei Comuni serviti da Publicaqua, Acque spa e Fiora spa sottocritta da varie associazioni, partiti e movimenti. La lettera nasce in seguito alla recente firma da parte dei sindaci di Firenze, Pisa e Roma di un protocollo per la costituzione, insieme ad Acea, partner privato di Acque spa, Fiora spa e Publiacqua, di un grande gestore idrico che servirà metà della regione. I sindaci delle maggiori città toscane, si legge nella lettera, tenendo all’oscuro i consigli comunali e passando sopra le teste dei sindaci di altri comuni più piccoli, decidono il futuro dell’acqua sulla base di un semplice criterio: accorpare le gestioni nelle quali il socio privato è il medesimo. “Ci sono interessi – ha spiegato Tommaso Fattori, del coordinamento nazionale forum sull’acqua -, dei grandi gruppi privati che vogliono mettere le mani sull’acqua con qualsiasi mezzo, con una manovra di decisionismo post-democratico di alcuni sindaci”. Fattori ha anche ricordato la sentenza dell’Antitrust del 22 novembre scorso che ha stabilito che Acea e Suez Environment, numero uno e due del settore gestione risorse idriche, hannno messo in atto “un’intesa restrittiva della concorrenza nel mercato nazionale della gestione dei servizi idrici”, e ha condannato le due società al pagamento di sanzioni rispettivamente pari a 8,3 e 3 milioni di euro. “Il privato – ha detto Vincenzo Striano, presidente dell’Arci Toscana – ha interesse a realizzare il maggior profitto possibile, quindi a vendere di più, ma sappiamo bene che l’acqua non è infinita e dovremmo puntare piuttosto a risparmiarla”. Luciano D’Antonio, del comitato unitario acqua pubblica di Firenze, ha ricordato che “il movimento a favore della ripubblicizzazione dell’acqua é trasversale e va dalle parrocchie ai centri sociali” mentre Federico Gasperini, di Legambiente Toscana, ha sottolineato il ritardo della Regione nel varo di una nuova legge sui servizi pubblici, e quindi anche sull’acqua, e ha precisato che il recente Patto per i servizi pubblici messo a punto dalla Giunta regionale “non è stato firmato dalle associazioni ambientaliste né dall’Unione delle Province”. “Sono state oltre 40 mila – hanno spiegato – le firme raccolte a sostegno della legge regionale di iniziativa popolare per la ripubblicizzaizone dell’acqua, legge poi bocciata in Consiglio ma che ha dato una spinta a un’analoga proposta nazionale in questo senso”. “Segno – hanno concluso – che l’opinione pubblica è molto sensibile su questo tema e non è giusto scavalcarla”.(ANSA).