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ACLI, NASCONO I «PUNTI FAMIGLIA»; MONS. CROCIATA: CECITÀ DEL SISTEMA SOCIALE VERSO LA FAMIGLIA

“Mutuo aiuto e solidarietà interfamiliare”. Sono queste, secondo il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, le finalità principali dei “Punti famiglia”, promossi sul territorio, presentati oggi a Roma in un convegno. “Le difficoltà delle famiglie – spiega Olivero – specie di quelle giovani, non sono solo di ordine economico ma anche di natura relazionale”. I “Punto famiglia” sono attualmente una sessantina e nel progetto delle Acli dovrebbero arrivare a 200 entro la fine del 2010.“Il valore della vostra iniziativa risalta ancor più nell’attuale panorama italiano, che alcune recenti indagini vedono caratterizzato da una sorta di cecità del sistema sociale verso la famiglia”. Lo ha dichiarato questa mattina mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenendo alla presentazione dei “Punto Famiglia” delle Acli. Questa cecità, ad avviso del vescovo, porta a “denunciare la sua invisibilità agli occhi dei mass media, delle istituzioni politiche ed economiche, e i tentativi di neutralizzazione della famiglia stessa, ossia di negazione e di rimozione della sua specificità, mediante un’assimilazione indifferenziata di tutte le relazioni fra gli individui. Si tratta di un’operazione indebita e assai pericolosa per lo stesso tessuto sociale. Anche solo considerata sul piano funzionale, la famiglia possiede caratteristiche non confondibili e portatrici di un consistente valore aggiunto”. Il valore della famiglia – ha spiegato il segretario generale della Cei, “attiene principalmente ai beni relazionali derivanti dal fare famiglia: i beni, cioè, che scaturiscono dalla particolare qualità del legame familiare e non sono producibili altrimenti. Il riferimento è, in primo luogo, a un modello di vita basato sulla fiducia e sul riconoscimento gratuito, tipico della famiglia e generatore di capitale umano e sociale primario. Tale modello – osserva mons. Crociata – è ben diverso da quelli fondati sulla negoziazione o che enfatizzano l’autorealizzazione individuale, di cui non vogliamo dare un giudizio di valore, ma riconoscerne semplicemente la radicale diversità. La famiglia è il luogo in cui viene coltivato il senso ultimo della vita umana, si promuovono i valori primari della socialità e della reciprocità, si fondano le basi delle norme di vita e si sviluppa il primo modello di bene comune. Privata di questo valore aggiunto, la società fatalmente si indebolisce e si espone al prevalere di dinamiche disgregative e di squilibrio”.“Un welfare più amico della famiglia, attuato con il riconosciuto protagonismo delle famiglie stesse: questo è il motore possibile della ripresa e dell’innovazione sociale”. A chiederlo è stato questa mattina mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenendo a Roma alla presentazione dei “Punti Famiglia” delle Acli. Il vescovo è tornato a parlare della “sfavorevole congiuntura economica e finanziaria internazionale” e delle “sue conseguenze sul tessuto sociale, che mettono a dura prova il welfare e ricadono in misura prevalente sulle fasce più deboli della popolazione. Chi fa le spese di questa stagione critica è in particolare quella parte della popolazione che già prima era in sofferenza per una cronica ristrettezza economica”. Molteplici sono le iniziative promosse dalle diocesi, dalle Conferenze episcopali regionali e dalla Cei che ha stabilito, tra l’altro, un “Prestito della Speranza” per le famiglie in difficoltà. Sono – ha detto Crociata – “forme nuove di prossimità” che “non hanno la pretesa di risolvere i problemi dell’ora presente, ma nutrono l’ambizione di fermentare ulteriormente la società civile e richiamare il livello politico e istituzionale alle proprie responsabilità”.Sir