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ACLI: ANDREA OLIVERO RICONFERMATO PRESIDENTE NAZIONALE

Con 385.350 preferenze, pari all’85,4% degli aventi diritto al voto, l’assemblea dei delegati delle Acli ha riconfermato, oggi, Andrea Olivero alla guida delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. L’elezione è avvenuta nel corso del 24° Congresso nazionale in svolgimento a Roma. Il punto di arrivo di un percorso territoriale caratterizzato da oltre 3000 assemblee di circolo e più di 120 congressi provinciali e regionali. Alla guida delle Acli dal 2006, Andrea Olivero è il dodicesimo presidente nazionale nella storia delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che a più di 65 anni dalla fondazione contano oggi 1 milione di iscritti e 7500 strutture territoriali, di cui oltre 3000 circoli, 106 sedi provinciali e 21 regionali; con una presenza all’estero in 30 diversi Paesi. Olivero dal 2008 anno è anche portavoce unico del Forum del Terzo Settore.Portatori di speranza. Andrea Olivero, il cui mandato potrà durare per statuto altri 2 anni, ha chiesto all’associazione di “rilanciare con forza la presenza dei circoli nei territori”; ha proposto di lavorare, entro l’autunno, ad un “piano per l’occupazione giovanile” per “dare risposta concreta ad una istanza sociale che ha assunto in questi mesi una drammaticità crescente”; ha lanciato l’iniziativa dei “Comitati territoriali per il bene comune”, in grado di mantenere “una mobilitazione permanente propositiva e costruttiva su alcune questioni cruciali di questa fase di transizione: la legge elettorale, il finanziamento pubblico, la riforma dei partiti e della politica”. Per Olivero, “le tematiche del lavoro devono tornare ad essere delle questioni pubbliche. Da diverso tempo diciamo che il futuro è l’economia civile, cioè una conversione del modello economico che porti le imprese, profit e non profit, ad assumersi i propri impegni nella comunità del Paese”. In realtà, “i cattolici non hanno ricette pronte, però sono portatori di speranza e in una situazione come quella attuale, dove il primo grande problema è lo sconforto, il cinismo dilagante, noi cattolici almeno dobbiamo dare questo segnale: la speranza che qualcosa si possa cambiare”.Gli eredi del Concilio. “Nel nostro Paese ci vogliono più Acli, e le Acli devono essere più Acli per rigenerare la comunità”. Questo l’auspicio espresso, stamattina, dal ministro della Cooperazione e dell’integrazione Andrea Riccardi al Congresso Acli. “Riconosco in voi – ha aggiunto – gli eredi del Concilio Vaticano II, chiamati al grande compito di stimolare la politica”. Aperto 50 anni fa a Roma da Giovanni XXIII, il Concilio “ha rilanciato la teologia dell’essere insieme e comunità in un tempo con il nostro”. La risposta alla crisi, che non è solo economica ma “culturale e sociale”, è quindi il rafforzamento del dialogo e dei legami di comunità. “Voi aclisti – ha ricordato il ministro – siete stati tra i primi europeisti. Togliamoci oggi dalla testa che il nostro futuro possa sussistere con meno Europa. Noi cattolici rischiamo di lasciare il sogno europeo ad altri”. Riccardi ha così stimolato ad allargare lo sguardo: “Comunità non è un fatto intimista e provinciale, ma il modo cristiano di vivere la globalizzazione”. (Sir)