Vita Chiesa
Ac, proposta un’assemblea straordinaria per continuare il rinnovamento
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Per questo nella sessione conclusiva dell’assemblea è stata approvata una mozione, presentata da un centinaio di presidenti diocesani, che impegna il neo-eletto Consiglio nazionale a valutare l’opportunità di apportare alcune modifiche alle regole statutarie per una democrazia interna che accompagni il rinnovamento. Il Consiglio dispone ora di un mandato per convocare un’assemblea straordinaria entro un anno. L’assemblea ha quindi approvato una lettera dei delegati a tutti i soci, una mozione rivolta a Sharon ed Arafat per la pace in Terra Santa e la richiesta alle associazioni diocesane di un gesto di solidarietà (borse di studio) per giovani studenti di Betlemme. Di bilanci e prospettive, a conclusione dell’assemblea, abbiamo parlato con la presidente Paola Bignardi.
Presidente Bignardi, che cosa ha provato di fronte alla carezza del Papa?
«E’ stato un momento di profonda emozione, non facile da raccontare. Ho pensato subito che questo gesto di affetto fosse rivolto a tutta l’Azione cattolica e per questo, la sera stessa, l’ho voluto restituire all’Assemblea. Credo che l’Ac debba avvertire su di sé in questo momento la carezza del Papa, sentire che comincia il percorso postassembleare accompagnata dall’affetto e dall’attenzione di tutta la Chiesa, ed in particolare del Santo Padre. In un momento di rinnovamento, in cui occorre fare appello a nuove energie per affrontare il supplemento di difficoltà che queste fasi di transizione comportano, è importante che l’associazione avverta la vicinanza della Chiesa. Dopo il tempo ‘straordinario’ che, in quanto tale, va delimitato, inizia ora un tempo ‘ordinario’ che deve essere connotato da un timbro diverso».
Tra le altre cose il Papa ha detto all’Ac: «Abbi il coraggio del futuro».
«Il coraggio del futuro è guardare all’Azione cattolica che è davanti a noi; è il coraggio di una fedeltà alle nostre radici che pure sa rischiare aprendosi al rinnovamento. Un rinnovamento che parte dalla conversione del cuore, da Gesù, secondo il tema di questa assemb lea, ed è il modo più autentico di vivere la fede. Il Papa nella Novo millennio ineunte ci ha ricordato come la santità debba essere il nostro orizzonte ordinario poiché è l’unico modo oggi possibile di essere cristiani. In questo passaggio epocale, se l’Azione cattolica vuole avere il coraggio del futuro, deve avere il coraggio della santità».
Su quali pilastri poggia il processo di rinnovamento?
«Innanzitutto, come ho già avuto modo di dire, sulla conversione e sulla centralità della fede. Quindi sulle cinque parole della nostra profezia: comunione, interiorità, fiducia, fraternità, passione civile; infine su alcuni impegni concreti. Ciò che conta, tuttavia, non è tanto il fare cose nuove, quanto piuttosto l’accettare la fatica di pensare il nuovo con rinnovate categorie mentali”.
Che bilancio dell’Assemblea è possibile?
«Questa assemblea è andata oltre le nostre attese: partecipe, calda, responsabile, preceduta e accompagnata dalla preghiera. Dal punto di vista dei contenuti essa pone realmente le premesse di quel ‘futuro’ auspicato dal Papa e dai vescovi, e del quale sono già visibili alcuni germogli nella vita di tanti aderenti all’associazione. E’ un’Ac pacata e gioiosa, quella che incontro nelle diverse realtà del Paese, e che spesso rivela uno stile di santità umile e discreta, vissuta nella vita ordinaria. La sfida che abbiamo davanti è fare in modo, allora, che questa freschezza presente in molte persone divenga un fatto corale, sia la cifra di tutta l’associazione, che la santità torni ad essere il nostro orizzonte».
Quali sono ora le priorità, le prime cose cui mettere mano?