Vita Chiesa
Ac a Loreto, i toscani raccontano
Giorni intensi, pieni di avvenimenti, parole, incontri che lasceranno un segno importante, forse decisivo, nel futuro della più grande associazione laicale.
Un’associazione che si è riscoperta popolare nel senso più genuino del termine: alla portata di tutti quei cristiani laici che vogliano compiere il loro cammino di fede nella Chiesa, per diventare santi.
Le giornate di Loreto sono state una bella iniezione di coraggio e di entusiasmo; lo confermano i presidenti delle associazioni diocesane della Toscana.
«A Loreto – dice Almo Puntoni, presidente diocesano di Massa Carrara Pontremoli – ho visto un’associazione che ha una grande voglia di essere famiglia e di stringersi attorno a quella persona stupenda che è il Papa; un’AC che sa parlare con i giovani e lo fa in modo convincente, sia sull’aspetto missionario che su quello spirituale: ho ancora negli occhi e nel cuore la bellissima esperienza del pellegrinaggio notturno dei giovani alla Santa Casa e della loro soddisfazione che ha superato ogni fatica e stanchezza».
Anche Giovanna Ceccatelli, presidente diocesana di Volterra, pone l’accento sull’importanza dell’incontro unitario: «Ci siamo ritrovati, finalmente! Avevamo bisogno di un avvenimento di questo tipo per vedere da vicino come sta cambiando l’associazione. Da Volterra erano partiti tre pullman: sia gli adulti che i giovani e i ragazzi hanno condiviso la soddisfazione di un momento di Chiesa straordinario».
Fabio Nicosia, presidente diocesano di Grosseto, sottolinea «l’incontro di generazioni che si è vissuto a Loreto dove adulti, giovani e ragazzi, ciascuno secondo i loro stili di vita, hanno condiviso un avvenimento molto significativo, sia per la grande partecipazione, che per la testimonianza straordinaria del Papa». «Interessante è stata anche l’accoglienza che ogni diocesi delle Marche ha offerto ai pellegrini nella settimana di Loreto; ho visto tornare persone felici dell’esperienza vissuta».
«A Loreto – racconta Francesco Michelazzo, presidente di Firenze – abbiamo vissuto molti momenti di grande intensità. I mass media naturalmente hanno enfatizzato soprattutto quelli che facevano più notizia (la grande celebrazione di Domenica con il Papa, la riconciliazione fra AC e CL, la partecipazione di Fini al convegno sugli oratori): ma tutti gli eventi del ricco programma erano pensati per non essere solo immagine, per andare alla sostanza delle questioni, per lasciare spunti importanti di riflessione. Lo stile dell’Azione Cattolica è proprio questo, quello della sobrietà, dell’impegno serio, poco vistoso. E poi, è lo stile dell’unione nella diversità, dello spendersi nella quotidianità delle nostre diocesi e delle nostre parrocchie. Probabilmente – conclude Michelazzo – l’Azione Cattolica non ha l’efficientismo di altri movimenti (anche se a Loreto lo sforzo organizzativo è stato imponente), ma l’amiamo anche per questo!».
«Abbiamo vissuto un momento importante in cui è stato valorizzato ogni singolo aderente dell’associazione – sottolinea Gabriele Torrini, presidente di Fiesole
Ma tra i tanti toscani che erano presenti ce n’era uno che a Loreto viveva ormai da mesi: si tratta di Andrea Chesi, livornese, segretario organizzativo dell’evento, sul quale gravava buona parte della responsabilità dell’organizzazione di un programma così complesso. «Ho vissuto – dice Chesi – l’esperienza di Loreto in modo intenso e bellissimo: poco sonno, tanto entusiasmo. Mi ha fatto scoprire un’associazione che ha il coraggio di mettersi in gioco, senza paura di rischiare e di prendersi critiche. Ho fatto esperienza di un’associazione estroversa che sa mettersi in relazione efficace anche con le istituzioni civili. A livello ecclesiale l’incontro era inserito in un cammino associativo di rinnovamento, che si è ben integrato con quello delle altre aggregazioni laicali. Dopo Loreto penso che si apra davvero una nuova stagione per tutta la Chiesa italiana, non solo per l’AC, quella del nuovo annuncio».
Il Papa al pellegrinaggio dell’Ac a Loreto (5 settembre 2004)