(L’Aquila) La situazione a L’Aquila e nei Comuni colpiti dal sisma è ancora molto difficile e, spesso, lontano da qui si fatica a comprendere la portata di quanto successo. Una tragedia che per numero di sfollati e distruzione non può essere paragonata a nessuno dei terremoti degli ultimi anni. In Molise l’area colpita fu molto limitata e in Umbria al picco dell’emergenza ci furono 17 mila sfollati mentre qui ne abbiamo avuti oltre 70 mila. Per trovare un evento simile bisogna ritornare, forse, all’Irpinia, ma quella era un’altra epoca e un’altra Italia. A parlare al SIR della situazione in Abruzzo è Danilo Feliciangeli, responsabile del Centro di coordinamento di Caritas italiana a L’Aquila. È in questo contesto continua il responsabile con ancora oltre 2 mila persone che vivono nelle tendopoli e oltre 20 mila sfollati sparsi in alberghi e seconde case di Abruzzo, Marche e Lazio che come Caritas stiamo cercando di continuare ad accompagnare le comunità e i parroci, provando a leggere una realtà in costante trasformazione. Un percorso che è reso possibile dalle presenza fissa sul territorio delle delegazioni regionali, con 28 operatori, e il lavoro congiunto con la Caritas diocesana. Un contesto complesso dice Feliciangeli in cui i problemi e le sfide si accumulano rendendo ancora più difficile intervenire. Una situazione destinata a durare ancora alcuni mesi. In questo momento afferma Feliciangeli ci troviamo in una nuova fase dell’intervento Caritas in Abruzzo. Il numero dei volontari presenti è molto diminuito rispetto all’estate con una presenza, attualmente di circa 70 volontari a settimana. Una fase in cui puntiamo soprattutto a conoscere il territorio cercando d’incontrare le famiglie che si sono spostate e provando ad aiutare i parroci a ricostruire le comunità. Il terremoto ha, infatti, cambiato il volto del territorio con quartieri nuovi, nati in pochi mesi, e altre zone che sono, invece, spopolate. È qui che la Caritas oltre alla promozione di strutture che possano essere al servizio delle comunità sta cercando di lavorare insieme alla Chiesa aquilana per favorire la nascita di punti d’incontro. Una delle problematiche più sentite oggi a L’Aquila continua l’operatore Caritas è l’assenza di spazi per la socialità. Dai luoghi in cui gli anziani possono trovarsi per giocare a carte agli spazi per i giovani. È su questo che, come Caritas, stiamo cercando d’intervenire. Dall’altra parte, siamo però consapevoli del ruolo che devono avere i cittadini aquilani. Per questo, stiamo promuovendo con Caritas L’Aquila la nascita di centri di ascolto territoriali e la formazione di gruppi di volontari in diverse parrocchie.Sir