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ABORTO: CARRARESI (UDC), TOSCANA FISSI LIMITI CHIARI

“E’ opportuno che la Regione Toscana non solo fissi con chiarezza i limiti di tempo entro cui poter ricorrere all’aborto volontario, ma soprattutto fornisca al personale medico idonee indicazioni circa le pratiche necessarie per tentare di salvare la vita dei bambini prematuri. Non si può e non si deve dare per scontato che ogni cura ai prematuri sia accanimento terapeutico, sarebbe aberrante e antiscientifico”. Lo afferma Marco Carraresi, presidente del gruppo Udc in Regione, a proposito del dibattito sulle cure ai prematuri e ai bambini che sopravvivono a un aborto tardivo. Carraresi, informa una nota, aveva presentato in Consiglio regionale una mozione, poi bocciata dal centrosinistra, “per una corretta applicazione della legge 194”, nella quale si chiedeva di fissare il limite di tempo, comunque entro la 22/a settimana di gestazione, cui è possibile ricorrere all’aborto, considerando le aumentate speranze di vita per i grandi prematuri. “Non vorrei che nei fatti – continua Carraresi – si sposassero tesi che di fatto considerano lecito una sorta di infanticidio. Perché sull’argomento si stanno dicendo molte cose senza senso, come quella del ministro Turco che definisce crudele rianimare un bambino nato vivo da un aborto tardivo senza il consenso dei genitori. Crudele è lasciarlo morire, non assicurargli le cure che potrebbero salvargli la vita”. “Basta il buon senso – aggiunge Carraresi -: una persona appena nata è un cittadino italiano, indipendentemente dal peso e indipendentemente dal fatto che sia nato naturalmente o sopravvissuto a un aborto tardivo. Non prestargli le cure necessarie al momento della nascita è omissione di soccorso. E anche la questione del consenso dei genitori è assurda: sarebbe come se in caso di incidente stradale un medico si trovasse davanti a gente gravemente ferita, che al momento non sa dire se sopravviverà o no, e tantomeno se rimarrà disabile oppure no. Il medico – conclude – dovrebbe cercare di soccorrere subito per salvare la persona oppure dovrebbe prima chiamare i parenti per sapere se sono d’accordo?”. (ANSA).