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ABOLIZIONE PENA DI MORTE: DON TARCHI, QUELLO DEL GOVERNATORE RYAN È UN PASSO AVANTI

“Un passo avanti, in cui la dignità della vita umana ritrova la sua centralità”. Così don Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e il lavoro, definisce il gesto del governatore dell’Illinois, George Ryan, che a tre giorni dalla fine del suo mandato ha deciso di rimettere in libertà quattro condannati a morte ritenuti vittime di errori giudiziari, e soprattutto ha annunciato la decisione – senza precedenti in America – di concedere l’ergastolo a tutti i 150 detenuti che si trovano nel “braccio della morte”, in attesa dell’esecuzione capitale.

“La mia impressione – prosegue Tarchi – è che nel panorama degli Stati Uniti, in cui in passato ci sono stati numerosi episodi che hanno evidenziato la durezza dei governatori nel ricorso alla pena di morte, decisioni di questo tipo possano acquistare un valore importante, se non restano gesti isolati”. Il principio che viene affermato tramite la decisione di Ryan, da molti osservatori giudicata il preludio allo “smantellamento” della pena di morte in Illinois, per Tarchi è quello che “nessuno ha diritto di uccidere un fratello, anche se questi ha sbagliato”. “La vita umana è sempre nelle mani di Dio, e nessun giudizio umano può sostituirsi alla giustizia divina”: un principio, sottolinea il direttore dell’Ufficio Cei – che la Chiesa ha sempre difeso”, e che in America, grazie ad episodi come quello dell’Illinois “può rappresentare un salto di qualità, un modello per influenzare altri governatori e altri governi”.

Dopo aver proclamato nel 2000 una moratoria sulle esecuzioni, che gli ha procurato fama internazionale e una candidatura al nobel per la Pace, Ryan negli ultimi due anni ha messo al lavoro commissioni di esperti per riesaminare tutti i casi dei detenuti nel braccio della morte in Illinois. Sir

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