Toscana

ABETONE, L’ECOTERRORISMO DIETRO L’INCENDIO DELL’OVOVIA?

Era il fiore all’occhiello degli impianti dell’Abetone, la più nota località sciistica dell’Appennino toscoemiliano: un’ ovovia da 2400 passeggeri l’ora, tre anni di vita, costata 15 miliardi di lire. La notte tra lunedì e martedì, intorno alle 2, in 40 minuti, l’impianto è stato distrutto da un incendio, appiccato da ignoti che hanno lasciato una firma dal possibile duplice significato: ecoterrorismo e anarco-insurrezionalismo. «Fuoco ai distruttori. Marco libero» hanno scritto gli attentatori, utilizzando vernice verde, su un muro della stazione di partenza dell’ovovia. Quel «fuoco ai distruttori» inneggia a istanze eversive di tipo ambientalista. Quel Marco, per gli inquirenti, richiamerebbe Marco Camenisch, 51 anni, storico anarchico insurrezionalista svizzero, attualmente detenuto in patria dopo l’estradizione, ad aprile scorso, dall’Italia dove fu condannato in primo grado per una serie di attentati ai tralicci dell’Enel in Toscana, fra il 1989 e il 1991 e per il tentato omicidio dei carabinieri che lo arrestarono, nel ’91 a Cinquale (Massa Carrara), dopo una sparatoria. Camenisch fu coinvolto, ma venne poi assolto in primo grado, anche nell’inchiesta romana sull’Orai per la quale è in corso il processo d’appello.

Per la sua liberazione da tempo sono mobilitati i movimenti anarchici e quelli anarco-insurrezionalisti. Dal 18 gennaio Camenisch fa lo sciopero della fame. Il 1 febbraio a Milano si terrà una manifestazione in sua solidarietà. Dal giorno della sua estradizione intanto in Italia sono stati intensificati i controlli agli obiettivi elvetici. Per l’attentato all’ovovia non si tralasciano del tutto altre ipotesi, ma quella dell’attentato di matrice terroristica è la preferita da parte degli inquirenti pistoiesi, carabinieri e polizia, con l’apporto dei rispettivi ros e digos, coordinati dal procuratore di Pistoia Tindari Baglione.

In corso contatti anche col procuratore aggiunto di Firenze Francesco Fleury, alla guida del dipartimento criminalità organizzata che segue anche alcuni attentati a tralicci Enel, ripetitori e cantieri tav attribuiti all’area anarco-insurrezionalista, e a cui dovrebbero passare le indagini se davvero fosse accertata la matrice terroristica. Sulle modalità dell’attentato al momento gli elementi sono pochi, anche perché la struttura è pericolante e i vigili del fuoco ritengono sia pericoloso effettuare rilievi, affidati ai carabinieri del ris. Da quanto è emerso non sembra però siano stati usati esplosivi. Si pensa all’utilizzo di liquido infiammabile che ha avuto effetti immediati anche per i materiali in vetroresina dell’impianto. I pompieri hanno impiegato due ore per spegnere le fiamme che hanno distrutto, insieme alla stazione, tutte le cabine dell’ovovia che si trovavano nel deposito.

Al momento i danni alla struttura ammonterebbero a 10 miliardi di vecchie lire, senza contare quelli alla stagione turistica. Ma all’Abetone si continua a sciare, questo il messaggio lanciato in serata dagli operatori: non si ferma neppure la Coppa Foemina, valida per la Coppa Europa femminile, e per la quale all’Abetone era arrivata l’indimenticata campionessa di sci degli anni ’40, Celina Seghi, che non ha saputo trattenere le lacrime. La nuova ovovia tra l’altro aveva sostituito il vecchio impianto voluto da Zeno Colò, fondatore della Società Abetone funivie, proprietaria dell’impianto. Solidarietà agli amministratori locali e alla popolazione dell’Abetone è stata espressa dal capo del governo Silvio Berlusconi in un messaggio che sarà portato dal ministro dell’ambiente Altero Matteoli, oggi all’Abetone dove si terrà una riunione convocata dal sindaco Giuseppe Montagna. «È un episodio gravissimo. L’ipotesi dell’attentato è preoccupante», il commento di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana. Se davvero si trattasse di un’azione eversiva a carattere ambientalistico, fa notare un inquirente, rappresenterebbe un deciso salto di qualità sia per i danni sia per il fatto che questa volta, a differenza di episodi analoghi, è stata penalizzata un’intera comunità, non una singola azienda. Mai prima d’ora in Toscana, che conta molti attentati nel corso degli anni classificati come ecoterrorismo e finora ricondotti dagli inquirenti all’azione di appartenenti alla vasta area anarco-insurrezionalista, era stato colpito un impianto sciistico. (ANSA)