Prato
Abbandonata dalla famiglia, accolta nella fede. Donna cinese ricoverata e battezzata in ospedale
Ha scelto di battezzarsi a 60 anni e ha ricevuto il sacramento a fine gennaio in San Barnaba, nella chiesa dell’ospedale vecchio di Prato. Così è diventata Anna, questo il nome cristiano che ha scelto perché all’anagrafe ne ha uno originario della Cina, il paese da dove è venuta assieme al marito e ai figli alcuni anni fa. Loro però non hanno partecipato al rito perché è da tempo che non vedono Anna. Dopo che la donna è stata colpita da ictus, circa tre anni fa, l’hanno lasciata sola in ospedale. Per loro lei non esiste più. Dopo essere stata ricoverata a Careggi, da otto mesi la donna cinese si trova nell’ex Misericordia e Dolce, in una parte ancora attiva adibita alle cure intermedie. Qui Anna è venuta in contatto con gli operatori di pastorale sanitaria, laici formati per seguire da un punto di vista umano e spirituale i degenti. Chiara Mannori fa parte del gruppo che tutte le domeniche va nel vecchio ospedale per incontrare i malati e passare un po’ di tempo con loro.
«Ho conosciuto Anna – racconta l’operatrice -, purtroppo non è autosufficiente e nessuno si prende cura di lei, non parla italiano e vive da vari mesi in ospedale. Grazie alla traduzione di una delle suore cinesi dell’Ascensione siamo riusciti a entrare in contatto con lei. Prima è nata una amicizia e poi la sua conversione». La suora ha adeguatamente preparato la donna, il responsabile dei catecumeni don Paolo Baldanzi ha verificato questo cammino e il 20 gennaio Anna ha ricevuto battesimo, comunione e cresima. I tre sacramenti sono stati impartiti in una volta sola perché la donna a fine mese tornerà in Cina e ha chiesto questa possibilità accordata dal Vescovo. «Preferiamo non dire il suo nome cinese, né pubblicare una sua foto perché il marito non è a conoscenza di questa conversione e non vorremmo che una volta tornata in patria potesse avere problemi», racconta don Baldanzi.
L’opera degli operatori di pastorale sanitaria (nella foto) coordinata dal direttore Alberto Toccafondi è davvero preziosa. Chiara Mannori è una catechista del Soccorso, lavora in una azienda tessile e tempo fa è venuta a conoscenza del corso di formazione per fare questo servizio e ha deciso di iscriversi. Da un anno, due volte al mese, passa il pomeriggio della domenica con i malati delle cure intermedie. «Sono persone che non hanno una rete assistenziale e quindi si trovano lì per essere seguite. Hanno bisogno di ascolto, di comprensione, di affetto – dice Chiara -, il nostro compito è quello di stare accanto a loro, dialogare e invitare alla preghiera. Nessuno la rifiuta, anche quelli che dicono di essere lontani dalla fede».