Vita Chiesa

A trent’anni dal Concordato: Mons. Galantino, «Nuova stagione nei rapporti Chiesa-Stato»

Lo ha detto oggi a Roma, in apertura dei lavori del convegno «A trent’anni dal nuovo Concordato 1984-2014», il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. Dopo aver definito tali accordi «un ‘ponte’ per il concreto dispiegarsi dei rapporti fra Stato e Chiesa», mons. Galantino ha sottolineato che, in tema di organizzazione interna della comunità ecclesiale, «il Concilio e il Codice affermano chiaramente l’importanza del ruolo svolto dalle Conferenze episcopali, riconoscendone il molteplice e fecondo contributo affinché il senso di collegialità si realizzi concretamente». Sul ruolo della Chiesa nello Stato sociale, ha poi citato «ambiti decisivi» come ad esempio «quello dell’educazione, della sanità, dell’assistenza agli ultimi», cui si collega la «materia del sostentamento del clero» e «del valore sociale delle molteplici attività svolte dai nostri sacerdoti» oltre che della «utilizzazione delle risorse devolute dai contribuenti mediante la scelta dell’8 per mille».  

Addentrandosi nelle novità che hanno caratterizzato il rinnovo del Concordato del 1984, mons. Galantino ha notato che «il ruolo della Conferenza italiana risulta riconosciuto nel nuovo Accordo concordatario, da un lato, mediante l’attribuzione di significative funzioni e speciali compiti in materia di attuazione pattizia. Dall’altro lato, – ha precisato – mediante la previsione che ‘ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato potranno essere regolate con intese tra le competenti autorità dello Stato e la Conferenza episcopale italiana’». Entrando poi nel tema a lui affidato, il segretario della Cei ha osservato che il tema «Trent’anni di operatività della legge 222 del 1985» rimanda immediatamente «a due ambiti fondamentali di impegno per la nostra Conferenza: i beni ecclesiastici e il sostentamento del clero; i rapporti finanziari tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica». A questo riguardo ha citato l’istituzione del «Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici, che ha operato per circa un ventennio fornendo un significativo contributo a una corretta applicazione e una condivisa interpretazione delle nuove norme da parte delle Chiese che sono in Italia».  

Entrando poi nella parte del nuovo Concordato che riguarda la «rendicontazione» dell’utilizzo delle somme ricevute dalla Chiesa come derivanti dall’8 per mille, mons. Galantino ha precisato che la stessa Cei trasmette «annualmente all’autorità statale un rendiconto sull’utilizzazione delle somme ricevute a tale titolo nonché delle offerte in favore dell’Istituto centrale deducibili dal reddito imponibile». Ha poi parlato della nomina della «componente ecclesiastica della Commissione paritetica che ogni triennio è chiamata a valutare il funzionamento del nuovo sistema di finanziamento della Chiesa». Per il segretario della Cei, «la lungimiranza politica circa l’indubbio interesse collettivo alla introduzione di nuove moderne forme di finanziamento alle Chiese attraverso le quali si agevoli la libera contribuzione dei cittadini per il perseguimento di finalità e il soddisfacimento di interessi religiosi, sottolineata nella Relazione sui principi del 1984, trova ancora oggi conferma nel favore che il nuovo sistema continua a incontrare da parte dei cittadini del nostro Paese».

Infine, il segretario della Cei ha affermato che «la valorizzazione della Conferenza episcopale italiana nel quadro del dialogo e della collaborazione tra Stato e Chiesa cattolica si è dimostrata una felice intuizione, e potrà portare un molteplice e fecondo contributo affinché si realizzi concretamente il senso di collegialità che deve sempre animare lo stile e l’azione delle nostre Chiese». La Cei, ha poi concluso, «si propone come figura concreta dell’unità della Chiesa, che concorre, a suo modo, a far crescere quella del popolo italiano, nel rispetto delle legittime diversità ed autonomie».