Fiesole

A settembre la Settimana teologica diocesana

DI ALESSANDRO ANDREINI

I quotidiani hanno dato ampio risalto, in questi giorni, alle affermazioni che papa Giovanni Paolo II ha fatto in occasione dell’annuale solennità dei santi Pietro e Paolo, celebrazione che per eccellenza fa riferimento al ministero del Vicario di Cristo, e in concomitanza con la quale, fra l’altro, nelle parrocchie abbiamo celebrato la Giornata per la Carità del Papa. Com’è noto, il motivo di tanto interesse da parte dei mass media è stato proprio il tanto parlare che si è fatto, nelle ultime settimane, dell’ipotesi delle dimissioni del papa, possibilità per altro prevista dal Codice di Diritto canonico, e che qualcuno ha anche auspicato, viste le precarie condizioni di salute del pontefice. Il quale, invece, ha esplicitamente ribadito la sua volontà di restare al proprio posto, smentendo in modo definitivo ogni diversa ipotesi: «La Chiesa è continuamente messa alla prova – ha detto il papa –. Il messaggio che ad essa sempre giunge dai santi Apostoli Pietro e Paolo è chiaro ed eloquente: per grazia di Dio, in ogni circostanza all’uomo è possibile diventare segno della vittoriosa potenza di Dio. Per questo egli non deve temere. Chi confida in Dio, liberato da ogni paura, sperimenta la consolante presenza dello Spirito anche, e specialmente, nei momenti della prova e del dolore».Così, assume una singolare attualità il tema scelto per la prossima Settimana teologica, la XXXII, che si terrà come di consueto presso il Cinema Teatro dei Salesiani a Figline Valdarno dal 3 al 6 settembre prossimo: essa infatti sarà l’occasione per riflettere insieme su «Storia e profezia all’inizio del terzo millennio», e questo proprio in occasione dei venticinque anni di Pontificato di Giovanni Paolo II. In effetti, il volgere del millennio è senza dubbio occasione irrinunciabile per fermare la nostra attenzione su quelle dimensioni della profezia e della storia che sono un elemento chiave di tutta l’esperienza biblica. E ancora di più lo è alla luce di un pontificato che ha inciso profondamente su questi ultimi decenni. La nostra fede, infatti, è fede in un Dio che non è rimasto lontano da noi, preferendo, per così dire, non sporcarsi le mani e custodire intatta la propria perfezione. Fin dal tempo dei profeti, l’esperienza del Dio biblico ha insegnato al popolo di Israele che la nostra fedeltà non poteva limitarsi, come in molti culti del tempo, ma anche in certa religiosità attuale, a una pratica esteriore e sganciata dalla vita. La vera conferma dell’obbedienza a Dio, infatti, sta proprio nella testimonianza della vita, dunque in quel crogiuolo della storia che mette alla prova precisamente i nostri buoni e astratti propositi. Non solo, ma la fede cristiana è anche luce sulle origini e sul senso ultimo della storia: come ha sintetizzato efficacemente il documento conciliare Gaudium et spes, infatti, recuperando una verità già contenuta negli inni cristologici del Nuovo Testamento, è Gesù Cristo l’origine e il fine della storia, colui nel quale tutto è destinato a ricapitolarsi, colui che il Padre ha voluto come Signore del cielo e della terra. La storia non va dunque verso il nulla, ma verso la pienezza della comunione in Cristo: una direzione e un orientamento che, inevitabilmente, giudicano la nostra direzione e il nostro orientamento, così come l’orientamento stesso della Chiesa, che non può cessare di interrogarsi sulla propria fedeltà al progetto di Dio. In questa prospettiva vanno dunque collocati i cinque incontri previsti durante la nostra settimana di aggiornamento e di riflessione: la relazione del biblista Don Luca Mazzinghi, che focalizzerà la sua attenzione su Profezia e storia nel libro di Isaia e nell’Apocalisse, rileggendo la radice biblica del rapporto tra storia e profezia. Seguirà la relazione di S.E. Mons. Paolo Rabitti, che ci parlerà della Lettura della storia nei documenti conciliari Gaudium et spes e Lumen gentium, mostrando in che modo la Chiesa continua, anche oggi, a vivere l’esperienza della profezia. La teologa Ina Siviglia ci aiuterà poi a vedere L’utopia come anima della storia, offrendo al nostro sguardo una chiave di interpretazione più profonda degli eventi storici. I due incontri serali saranno poi dedicati, il primo, a ripercorrere le tappe salienti del magistero di Giovanni Paolo II, grazie alla riflessione di un testimone d’eccezione, il cardinale Roberto Tucci, che è stato per molti anni l’organizzatore dei viaggi del papa. Chiuderà la settimana la riflessione del prof. Riccardo Moro, economista, che parlerà della Sfida della politica in relazione ai nuovi scenari della globalizzazione, senza dubbio la vera sfida dei nostri tempi anche per l’annuncio cristiano.Un percorso assai ricco, dunque, e che ci aiuterà a dare consistenza a quell’invito che proprio il Santo Padre Giovanni Paolo II ci ha rivolto nella lettera inviata alla nostra diocesi in occasione del Centenario di sant’Andrea Corsini. «Tutta la vita di sant’Andrea Corsini – diceva infatti il papa – testimonia che il mutato rapporto tra Chiesa e società, lungi dall’estraniare il credente dalle vicende del mondo, lo spinge ad un coraggioso annuncio di Gesù Cristo per animare in senso cristiano la convivenza civile». Un impegno che non cessa di essere il vero frutto di una profezia vissuta nella luce del battesimo che ce l’ha affidata.

IL PROGRAMMA GIORNO PER GIORNO

Lunedì 2 settembre, ore 9.30DON LUCA MAZZINGHI, biblista«Profezia e storia nel libro di Isaia e nell’Apocalisse» Martedì 3 settembre, ore 9.30MONS. PAOLO RABITTI,vescovo di S. Marino-Montefeltro«La lettura della storia nei documenti conciliari Gaudium et spes e Lumen gentium» Mercoledì 4 settembre, ore 9.30INA SIVIGLIA, teologa«L’utopia come anima della storia» Mercoledì 4 settembre, ore 21CARD. ROBERTO TUCCI«Giovanni Paolo II profeta del nostro tempo» Giovedì 5 settembre, ore 21PROF. RICCARDO MORO, economista:«La globalizzazione: opportunità o minaccia? La sfida della politica»