Cultura & Società
A settecento anni dalla nascita di Boccaccio
L’uggiosa e umida giornata di gennaio «oscura» un po’ la veduta panoramica che in altre stagioni può offrire la Torre, tuttavia Certaldo alta val bene una visita. In ogni caso. Soprattutto ora mentre fervono gli ultimi preparativi per celebrare i settecento anni della nascita del suo cittadino più famoso, messer Giovanni Boccaccio. E la sua storica casa, al numero 18 di via Boccaccio (manco a dirlo!), sembra in questi giorni un porto di mare. Qui si incontrano «per fare il punto» letterati, studiosi ed addetti ai lavori «capitanati» dal professor Stefano Zamponi, ordinario di Paleografia latina all’Università di Firenze e presidente dell’Ente nazionale «Giovanni Boccaccio» che a Casa Boccaccio ha la sua sede. «Insieme al comune di Certaldo, alla Regione Toscana, al Comune e alla Provincia di Firenze – spiega Zamponi – stiamo lavorando ad una serie di celebrazioni adeguate all’importanza del personaggio. Purtroppo devo dire che lo Stato italiano non ha dato seguito alle proposte di costituire un comitato ufficiale nazionale.
«La casa del Boccaccio – spiega il professor Zamponi – fu distrutta da un bombardamento nel 1944. E ricostruita com’era. Qui Boccaccio è vissuto almeno negli ultimi dieci anni di vita. Qui ha sicuramente ricopiato l’ultima versione del Decamerone, il cui autografo ora è conservato alla Biblioteca di Berlino».
La Casa di Boccaccio diventa in quegli anni uno straordinario centro di cultura preumanistica, un cenacolo frequentato dai Salutati, dai Villani. Dallo scrittoio del letterato si diffondono per l’Italia e l’Europa le scoperte di autori come Varrone e Marziale, Tacito e Apuleio, Seneca e Ovidio.
Intanto nel mese di maggio a Udine ci sarà un convegno su «Boccaccio medievale in ricordo di Vittore Branca», il grande studioso che ha dedicato gran parte della sua vita a studiare l’autore del «Decamerone» che, secondo Zamponi, «era una delle tante corde di Boccaccio che ha prevalso a partire dal ’500, da quando si comincia a riflettere sulle norme della lingua italiana. Fra l’altro il Decamerone è citatissimo nella prima edizione del Vocabolario della Crusca agli inizi del 600».
Anche Napoli ad ottobre sarà interessata dalle celebrazioni del settecentenario della nascita con un convegno su «Boccaccio angioino». «Sappiamo quanto Boccaccio fosse legato a questa città – continua Zamponi – dove fu inviato a far pratica mercantesca e bancaria e dove conobbe il grande amore della sua vita, Fiammetta, favoleggiata figlia del re Roberto d’Angiò e sulla quale il poeta proietterà letteralmente le proprie esperienze amorose e le sofferte emozioni giovanili dedicandole anche l’“Elegia di Madonna Fiammetta”».
E poi è partito in questi giorni il concorso scolastico letterario «Giovanni Boccaccio» e a settembre toccherà all’omonimo premio letterario. Non mancheranno cortei storici (a settembre), cene medievali ( il 9 e il 16 giugno l’Associazione Elitropia organizza a Certaldo «A cena da Messer Giovanni) e tanti artisti che rivisiteranno Boccaccio e le sue Novelle. Ci sarà anche la possibilità di partecipare agli «itinerari del Boccaccio in Toscana», quattro percorsi paesaggistici e culturali tra città, paesi e campagna. E nel frattempo è stata fatta una proposta a Radio Rai per una lettura delle Novelle.
Boccaccio fra i giovani è conosciuto soprattutto per essere l’autore del «Decamerone» (in realtà importanti opere sono il «Filostrato», il «Filocolo», il «Ninfale Fiesolano», che più di tutte segna una svolta letteraria e artistica rispetto alle esperienze precedenti e che anticipa il suo capolavoro, il «Decamerone») e sicuramente riscuote meno notorietà di Dante: in questo senso le celebrazioni dovrebbero anche rappresentare l’occasione per tutti di conoscere meglio questo letterato ed intensificare le visite di studenti ma non solo alla Casa di Boccaccio. «Non ci dimentichiamo – precisa il professor Zamponi – che Boccaccio è il letterato che ha dato piena dignità letteraria alla prosa italiana: prima di lui la grande letteratura in volgare era soprattutto poesia, si pensi alla Commedia di Dante e al Canzoniere di Petrarca. Inoltre Boccaccio ha inventato una prosa ricca di sfumature, anche linguistiche, con l’uso di forme dialettali».