Dovevano essere dei semplici lavori di posa delle condutture che dovranno portare l’acqua potabile dal deposito in collina di San Casciano a Gricignano e alla zona industriale di Sansepolcro. Ma non è stato così. Quando gli operai dell’impresa di costruzioni Calzoni di Perugia (in realtà i lavori sono stati commissionati dalla società Nuove Acque) hanno aperto, per una ventina di metri, il manto di asfalto in piazza Antonio Gramsci, nella zona di Porta Romana, sono tornati a rivivere nel passato. Sì, perché sotto di loro non c’erano solo terra e polvere bensì scalini, pietre disposte in modo circolare a ricordare un arco e, a pochi metri di distanza, due scheletri all’interno di due fosse. Uno dei due era praticamente intatto mentre l’altro riportava qualche ossa fuori posto, ma entrambi, a quanto pare, risalenti al XII secolo. Tanti i biturgensi che in questi giorni si sono avvicinati agli scavi per scattare una foto o semplicemente per curiosare attirati da questo inaspettato e suggestivo ritrovamento.I ruderi non sono altro che quelli delle fondamenta di Santa Maria della Reglia, una piccola chiesa fatta distruggere, assieme a tutti i borghetti fuori le mura di Sansepolcro, da Cosimo de’ Medici durante una delle guerre contro lo Stato Pontificio. Ovviamente lo scopo dell’azione era difensivo. Se così fosse però la chiesa non può dirsi del XVI secolo, come molti quotidiani hanno riportato, visto che «Il Vecchio» visse tra il 1389 e il 1464. Era da tempo nota l’esistenza dell’edificio attestata anche da documenti in cui si narra che all’interno del convento vivessero un gruppo di suore Clarisse che, al momento della distruzione, furono trasferite in centro città. L’altra cosa da capire è se le sepolture fossero state sistemate in un luogo interno o annesso alla chiesa o se, oltre al complesso religioso, vi fosse anche un ospedale. Infatti in quel periodo Sansepolcro contava fino a 13 confraternite, ognuna delle quali con un proprio ricovero.È importante sottolineare, inoltre, che nel tratto sovrastante, in via dei Molini, i lavori vanno avanti nonostante anche qui la scoperta di antiche mura abbia imposto uno stop per ciò che riguarda l’installazione delle tubature. Stop che andrà avanti fino a quando non sarà chiara la mappatura della zona. Dunque ora non possiamo far altro che aspettare e affidarci agli studi di Paolo Lelli, archeologo responsabile dello scavo, e ai suoi collaboratori.Di certo c’è che sotto la Sansepolcro moderna c’è un autentico tesoro ancora inesplorato che attende da secoli di tornare alla luce. Uno scrigno che ci racconta del Borgo che fu, ovvero, una città ricca di storia, di arte e di fede. di Margherita Tizzi