In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, si è svolto nella sala del consiglio comunale di Sansepolcro l’incontro dal titolo «150 anni in carrozza», che ha visto nel ruolo di relatore il professor Stefano Maggi, docente di storia delle comunicazioni e storia del territorio e sviluppo locale dell’Università di Siena.Il convegno è stato incorniciato da altre due iniziative: sotto le logge del comune si è svolto «vapore vivo», esposizione di una locomotiva in scala, e presso la sala espositiva di piazza Garibaldi è stata allestita la mostra di «fermodellistica». «Il ruolo della ferrovia nel processo di unificazione è stato importantissimo: il treno, infatti, ha permesso di collegare comunità lontane» ha spiegato il professor Maggi, che ha illustrato lo sviluppo della strada ferrata nella storia d’Italia fino ai nostri giorni. Il professore ha ricordato che la ferrovia è arrivata a Sansepolcro intorno al 1886, con l’inaugurazione della Ferrovia Appennino Centrale, che collegava Arezzo a Fossato di Vico. Questa linea è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale. In seguito fu ricostruito soltanto il tratto Umbertide-Sansepolcro.Con il miracolo economico degli anni 1950/1960, in Italia si diffonde l’automobile. Ancora oggi, il trasporto privato domina incontrastato. «È necessario – sostiene il professore – rivalutare e potenziare il trasporto pubblico, con grandi benefici per l’ambiente. Occorre potenziare la rete dei treni ad alta velocità e collegare a queste reti ferroviarie anche le città più piccole». Il professore ha dichiarato necessario migliorare il servizio dei trasporti pubblici, rendendoli più competitivi anche attraverso un’innovazione tariffaria. A margine dell’intervento, sono state poste al relatore molte domande riguardo alla situazione di isolamento della cittadina di Sansepolcro e alla possibilità di recuperare il vecchio collegamento ferroviario per Arezzo. «Impossibile un ripristino della ferrovia Arezzo-Sansepolcro. – ha risposto l’esperto – Il tracciato a scartamento ridotto non è più utilizzabile. Sarebbe necessario costruire una nuova ferrovia, ma ciò richiede costi enormi, non sostenibili in questo periodo di crisi». Maggi, però, spera in un potenziamento della Ferrovia Centrale Umbra. Eleonora Corgiolu