Arezzo - Cortona - Sansepolcro

A Policiano il presepe racconta il «cammino» dal peccato alla grazia.

«Dal peccato alla grazia». È il filo conduttore del presepe realizzato nella parrocchia di Policiano guidata da don Angiolo Valli. «Dio creò l’uomo a sua immagine e pose l’uomo nel giardino di Eden»: da qui prende spunto il viaggio che prosegue con l’evento in cui Eva fu tentata da Satana e con la cacciata dal paradiso. Ma in Dio prevale sempre l’amore: «Una donna ti schiaccerà la testa». Questo concetto è rappresentato nel presepe da una statua della Vergine. Che ha l’intento di spiegare che tutto l’Antico Testamento è una manifestazione dell’amore di Dio verso i discendenti di Adamo ed Eva.L’amore di Dio ha voluto rispettare la grandezza della sua creatura umana e ha mandato il suo messaggero, l’arcangelo Gabriele, per chiedere il permesso di entrare in Maria. Maria, piena di grazia per il suo assenso, afferma: «Avvenga per me secondo la tua Parola». Anche l’annunciazione è una scena del presepe che segna l’inizio del Nuovo testamento in cui la ragione e la fede diventano due realtà da considerarsi alla pari. La Madonna, esempio privilegiato dalla liturgia di Avvento, fa prevalere la fede quando è messa davanti al mistero: «Nulla è impossibile a Dio».Questa fede porta l’uomo a trasformare la «Parola» in carne («Verbum caro factum est»), che nella Cena del Signore, che continua ora con la Santa Messa, diventa «vero cibo e vera bevanda» per l’uomo. Con questo cibo l’uomo incontra Dio che era, è, e sarà, «colui che viene fino alla fine dei tempi»: la «Parousia». Una parole che è presente nel presepe di Policiano. Altra parola greca che si trova nella sacra rappresentazione è «metanoia» (ossia, cambiamento di pensiero). La vita del cristiano deve essere una «metanoia», cioè, come dice Sant’Agostino quando parla del peccato, «andare contro i nostri cattivi desideri per voltare il pensiero sempre rivolto a Dio». Attraverso la «metanoia» si raggiunge il «Kerigma», cioè l’essenziale della nostra fede: Cristo Risorto. Il centro della vita cristiana, perciò, diventa l’Eucaristia. Ecco perché al centro di tutto il presepe c’è l’altare dove si realizza il «Kerigma» della nostra salvezza. Gesù Bambino è avvolto dall’aureola dove è scritto: «La parola si fa cibo». Ed ecco ancora perché la stella cometa indica il tabernacolo.Il presepe di Policiano vuole essere in sintonia anche con ciò che viene quest’anno è il comune denominatore della catechesi agli adulti in diocesi: la lettera di San Paolo ai Filippesi in cui Paolo esorta ad avere sempre la gioia anche nelle croci della vita.