Vita Chiesa
A piedi verso le Porte di Misericordia nei santuari mariani
Maggio mese delle rose, della festa della mamma e soprattutto, per i cattolici, mese di Maria. Una tradizione la cui origine si perde nella notte dei tempi, forse addirittura dalla necessità di cristianizzare le celebrazioni pagane legate all’esplosione della primavera: non a caso maggio deriva da Maia, antica dea romana della fertilità e dell’abbondanza. Ma un ruolo ancor più importante probabilmente lo ha avuto l’ideale medievale della donna, cantato dai poeti e vissuto dai cavalieri. In quell’epoca di grande religiosità Maria divenne quindi la figura femminile per eccellenza cui consacrare la propria vita, la Madonna per antonomasia che poi, nei secoli successivi, sarebbe rimasta l’unica degna di mantenere questo appellativo poi scomparso nell’uso comune.
La «Vergine madre» dell’ultimo canto del Paradiso fu dunque oggetto di vero e proprio amore, puro ma appassionato, e dunque maggio, che dai tempi più antichi era considerato anche il mese dell’amore, non poteva che esserLe dedicato. Nacque così una devozione popolare pienamente riconosciuta dalla Chiesa, tanto che – forse non molti lo sanno – ad essa è stata anche dedicata in tempi relativamente recenti una breve enciclica, la Mense maio di Paolo VI, datata 29 aprile del 1965, anno di chiusura del Concilio.
Ma la bellezza di questi giorni ci invita anche a gustare il Creato che rifiorisce: e il fatto che quest’anno il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco ci proponga anche un buon numero di Porte della misericordia situate in luoghi mariani spesso immersi nella natura ci invita ancor più a riscoprirli, giungendovi magari a piedi con un cammino più o meno breve.
Abbiamo quindi pensato di trarre, dall’elenco di queste Porte mariane (che pubblichiamo qui sotto, suddiviso per diocesi), alcune mete particolari che presentano queste caratteristiche.
Una delle più suggestive, in Garfagnana, è senza dubbio l’Eremo di Calomini, che è anche santuario (dedicato a Santa Maria ad Martyres; www.eremocalomini.com) ed è gestito dal 2011 dai Discepoli dell’Annunciazione, famiglia religiosa nata sei anni prima in Diocesi di Prato e formata da sacerdoti, diaconi e frati. Incastonato nella roccia in una valle montana a pochi chilometri da Gallicano, lo si raggiunge tramite la strada che vi si inoltra per dirigersi verso Fornovolasco e la Grotta del Vento, poi per una breve e stretta diramazione che si stacca sulla destra poco dopo il bivio a sinistra che conduce invece a Verni e Trassilico. Proprio questo fine settimana (sabato 14 e domenica 15 maggio) l’Eremo è meta di una traversata a piedi, andata e ritorno, da Cardoso di Stazzema, il paese dell’Alta Versilia purtroppo noto per l’alluvione che lo devastò il 19 giugno di 20 anni fa. Il gruppo degli «Uomini della neve» – che lo scorso anno aveva dato vita a un gemellaggio con Cardoso di Gallicano, con tanto di camminata per i monti fino al centro omonimo, ricambiata dai garfagnini domenica scorsa (7 maggio) – ha infatti promosso questa iniziativa per ricordare i tradizionali pellegrinaggi compiuti dai propri antenati, con partenza alle 7,30 del sabato, arrivo in tempo per la Messa delle 17, cena e scampanata con gli amici garfagnini e ritorno il giorno dopo per il versante opposto della valle. Niente paura, però: anche se il cammino dei cardosini versiliesi ha il pregio di snodarsi per i bellissimi sentieri apuani, c’è modo di salire all’eremo con un pellegrinaggio brevissimo, tramite un breve sentiero che parte dai pressi del bivio, o di scendervi con un percorso un po’ più lungo dal soprastante paese di Calomini, raggiungibile in auto per la solita strada ma attraverso il bivio successivo che conduce a Vergemoli.
Dalle Apuane alle colline della Valdelsa: lo scenario cambia notevolmente ma la bellezza non è da meno. Tra Montaione e San Gimignano c’è una sorta di «quadrilatero di spiritualità» con un vertice nell’arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino – il santuario di Pancole – e ben tre nella Diocesi di Volterra: San Vivaldo con il suo «Sacro Monte», il santuario di Montignoso e la pieve di Cellole, recentemente tornata a nuova vita grazie all’insediamento di una comunità monastaica di Bose. I due santuari, entrambi mariani, offrono altrettante Porte della misericordia ed è bello raggiungerli con un breve pellegrinaggio. La chiesa di Maria SS. Madre della Divina Provvidenza a Pancole (www.santuariodipancole.org) tra l’altro si trova, come Cellole, lungo la via Francigena: pertanto partendo dalla pieve si può raggiungere in breve il santuario seguendone il percorso ufficiale, in senso opposto rispetto al cammino verso Roma, attraverso il borgo di Collemuccioli, un tempo fortificato come testimonia una torre superstite. Volendo seguire le orme dei pellegrini romei, invece, si può partire da Gambassi Terme: il cammino è certamente più lungo ma ugualmente bello, quasi per intero su strade bianche.
Mentre Pancole vanta una storia antica e suggestiva, quella del santuario di Nostra Signora di Fatima a Montignoso (www.santuariomontignoso.it), situato su un colle tra Elsa ed Era, è recentissima, sebbene la chiesa – una pieve dedicata a San Frediano – risalga ai tempi dell’insediamento castellano medievale (secolo XII). Fu eretto infatti il 13 luglio 2011 dall’attuale vescovo di Volterra, mons. Alberto Silvani, e nella circostanza Papa Benedetto XVI dispose la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria per i pellegrini che vi giungono nei giorni dell’Immacolata, dell’Assunta e il 13 di ogni mese da maggio ad ottobre, ma anche in qualsiasi giorno dell’anno qualora siano in gruppo. La dedicazione dell’antica pieve alla Vergine si deve per l’insediamento, dal 1990, di una comunità di Servi del Cuore Immacolato di Maria, cui poi se n’è aggiunta una di suore della stessa famiglia religiosa. Accanto alla chiesa è anche allestito un grande presepe permanente, aperto sempre al pubblico. Un altro luogo di preghiera ricorda inoltre la cappellina della apparizioni di Fatima.
A Montignoso si può giungere partendo proprio da San Vivaldo e percorrendo la strada provinciale dell’Ecce Homo, in direzione San Gimignano, e poi voltando a destra poco dopo l’agriturismo Borgo La Fornace, ma guadagnare il santuario a piedi è anche possibile dalla provinciale 4 Volterrana attraverso alcune stradelle campestri nella zona della Fattoria La Striscia.
Con l’estate che si avvicina anche il richiamo del mare si fa però impellente. Citare il Santuario della Madonna di Montenero (www.santuariomontenero.org) allora è d’obbligo perché nella chiesa della Patrona della Toscana la Porta della misericordia non poteva ovviamente mancare, e non è poi troppo faticoso salirvi a piedi dalla cappella dell’Apparizione, tra l’Ardenza e Antignano, o più semplicemente dalla Piazza delle Carrozze, magari attraverso vie secondarie come quella della Vecchia Salita, parallela alla funicolare. C’è poi l’Argentario, che dal punto di vista ambientale non teme confronti, a offrirci un’altra Porta presso la chiesa della Presentazione di Maria al Tempio, al Convento dei Passionisti, non lontano dalla cima del promontorio. Già l’Unitalsi diocesana di Pitigliano-Sovana-Orbetello ha proposto un pellegrinaggio a piedi che si è svolto sabato 23 aprile, con un percorso per chi proveniva da Porto Santo Stefano, attraverso il sentiero del Pianone, e l’altro con partenza presso il ponte di Orbetello, per prendere poi il sentiero dell’acquedotto leopoldino: itinerari che possono essere entrambi effettuati in poco meno di due ore di cammino.
E si potrebbe certamente continuare, magari con il Santuario della Madonna del Frassine nella diocesi di Massa Marittima-Piombino (www.santuariomadonnadelfrassine.com), che si può raggiungere in breve dalla provinciale della Val di Cornia, ma anche con Firenze, dove i due santuari mariani con le Porte della misericordia – la Santissima Annunziata, nel centro storico, e la basilica di Santa Maria all’Impruneta (www.basilicaimpruneta.org) – sono uniti da anni da un pellegrinaggio che si svolge nel giorno della tradizionale festa della Rificolona, alla vigilia della Natività della Madonna, il 7 settembre e che ha visto un numero sempre crescente di adesioni. Compiere il cammino magari in senso inverso, in questo mese di maggio, è un’idea che alcuni hanno già avuto e realizzato. E allora, o fiorentini, non vi resta che imitarli…
Le porte della misericordia mariane
Nell’elenco sono riportate, divise per diocesi, le Porte della misericordia toscane aperte in santuari mariani o chiese dedicate alla Madonna.