Arezzo - Cortona - Sansepolcro

A piedi per il mondo, fa 75mila chilometri e arriva a Sansepolcro

Siamo intorno all’anno mille quando un pellegrino spagnolo ed uno greco, Egidio ed Arcano, di ritorno dalla Terra Santa si fermano in Valtiberina e in prossimità di una sorgente decidono di seppellire e custodire le sante reliquie che portano; intorno a quella sepoltura nasce un rudimentale oratorio che costituisce «le fondamenta» della città di Sansepolcro. Sarebbe questa, secondo l’antica tradizione trasmessaci per iscritto dal De Largi nel Quattrocento, la leggenda di fondazione della città. Il luogo esatto scelto dai pellegrini è identificato con la cappella del monacato nota anche come oratorio di San Leonardo.Dopo circa mille anni un altro pellegrino spagnolo visita la cappella; è Josè Antonio Garcia Calvo, cuoco di bordo miracolosamente rimasto illeso, per intercessione della Madonna, da una sciagura che coinvolse il suo peschereccio nei mari del nord cancellando in un sol colpo tutti i suoi sedici compagni marinai. A inizio dicembre ha raccontato la sua storia agli «Angeli della speranza», il gruppo di giovanissimi della Cattedrale di Sansepolcro nella sala parrocchiale del Vescovado e si è poi recato a pregare nell’oratorio di San Leonardo. Il cammino lo ha portato, rispettando il voto fatto alla Vergine Maria, a percorrere 75mila km a piedi e a star lontano da casa per più di sei anni per visitare i santuari del mondo di tre religioni cattolica musulmana e buddista. E’ stato accolto da regnanti, statisti, da Giovanni Paolo II a Roma e dal Dalai Lama in Tibet che lo ha ospitato per circa un mese.Il pellegrino che ha attraversato a piedi quasi tutti i continenti e che ha fatto parlare di sé i mezzi di comunicazione di tutto il mondo, si è fermato a Sansepolcro dalla sera di lunedì 4 dicembre alla mattina di mercoledì 6, ospite del Comune. In questi giorni, oltre che parlare ai giovani del gruppo della Cattedrale, è stato accolto dal sindaco della città, ha raccolto l’affetto di molti privati cittadini ed è intervenuto in una classe terza delle scuole superiori. Josè con semplicità e ironia si è concesso a giovani ed adulti senza lesinare le sofferenze che lo hanno accompagnato in questo spicchio di vita; ogni volta le lacrime salgono agli occhi ma Josè non si tira indietro e racconta con pudore le drammatiche ore trascorse nelle acque del mare di Norvegia aggrappato ai cadaveri di due amici. Una incredibile protezione che gli impedisce, da sei anni a questa parte, di rimanere vittima di malattie o anche di un semplice raffreddore lo sta ora accompagnando sulla via del ritorno. Nell’oratorio di San Leonardo si è stretto per mano, durante la preghiera, ai giovani presenti; il gruppo ha formato una commovente catena di cui non esistono immagini; noi, che eravamo presenti, avevamo la macchina fotografica ma non volevamo turbare un momento intimo ed individuale che ora possiamo solo testimoniare con la memoria.Josè è spagnolo come il suo predecessore Egidio che tanto ha segnato la città di Sansepolcro; la singolare coincidenza arricchisce un cammino che oggi torna a gettare il seme della spiritualità. Il pellegrino è ripartito da Sansepolcro in direzione del santuario de La Verna dove è arrivato ed è rimasto a dormire ospite della casa di accoglienza. La città di Pieve Santo Stefano lo ha invece il giorno successivo. Da qui, poi, ha iniziato il cammino di ritorno verso la Spagna. Ancora un po’ di strada lo divide da casa: gli ultimi cinquemila chilometri.di Michele Foni