Vita Chiesa
A Lourdes nel nome dell’Immacolata
L’idea della totale santità della Madre di Dio è presente nel pensiero dei Padri e nella fede orante della Chiesa (la celebrazione liturgica della «concezione della Vergine Maria» è presente sia in Oriente che in Occidente a partire dai sec. VIII-IX), ma varie difficoltà si presentarono nel formulare teologicamente la dottrina dell’Immacolata Concezione. In particolare ci si chiedeva se questo non avrebbe compromesso l’universalità del peccato originale e la necessità della redenzione e se la libertà umana della Vergine non sarebbe in certo qual modo diminuita da una sua preservazione dal peccato. La risoluzione delle difficoltà fu progressiva, fino a che nel XIII sec. il teologo francescano Duns Scoto mostrerà come l’idea dell’universale necessità della redenzione operata da Gesù Cristo resta salva nell’Immacolata Concezione di Maria perché è proprio in forza della redenzione che la Madonna è preservata dal peccato. Continueranno ancora per secoli le lotte e le discussioni tra teologi, mentre a livello liturgico la celebrazione è ormai estesa a tutta la Chiesa universale già nel XIV secolo. La definizione dogmatica di Pio IX porrà termine ad ogni conflitto all’interno della Chiesa cattolica (ricordiamo che, invece, a livello ecumenico il dogma del 1854 pone problemi sia con i fratelli orientali che con quelli delle chiese evangeliche).
Cosa vuol dire Immacolata Concezione? Anzitutto è una cosa del tutto diversa dalla concezione verginale di Gesù nel seno della Madonna (purtroppo ancora in tanti cattolici si incontra questo fraintendimento) e non significa neppure che la nascita di Maria, avvenuta per generazione dai genitori, abbia presentato qualche differenza dal punto di vista fisico rispetto a quella degli altri uomini. La dottrina della Chiesa, con il termine Immacolata Concezione, afferma questo: Maria, in vista dei meriti del Figlio suo Gesù Cristo, cioè in forza della redenzione operata da suo Figlio, fu favorita da Dio, dal primo istante della sua esistenza, con il dono della grazia santificante e, conseguentemente, non ha conosciuto quello stato che chiamiamo peccato originale, il quale consiste nella mancanza della grazia nell’uomo, mancanza causata in lui dal peccato all’inizio della storia dell’umanità. Senza alcun merito da parte sua, Maria vive dall’inizio della sua esistenza nella pienezza della grazia divina che le è stata donata, vive in Dio, nella luce dello Spirito, nella figliolanza e nel pegno dell’eternità.
Come nota un grande teologo del nostro tempo, Karl Rahner, «il fatto che Maria abbia posseduto tutti questi doni non costituisce una differenza tra lei e noi; la differenza tra lei e noi consiste in questo, che essa abbia posseduto questi doni fin dall’inizio e in grado incomparabile. Dio, nella sua eternità, tiene pronto anche per noi il suo eterno amore, per calare se stesso in noi, nelle profondità del nostro cuore, in quell’istante che noi chiamiamo il nostro battesimo. Poiché anche noi siamo redenti, anche noi siamo stati fatti da Dio suo tempio santo: dunque Dio ha voluto questa differenza tra noi e l’immacolata non tanto perché intendesse amarci di meno non dando anche a noi fin dall’inizio della nostra esistenza questo dono della grazia che è Lui stesso, ma piuttosto perché in questa differenza apparisse evidente l’intera ricchezza di significato della grazia. In Maria e nella Immacolata Concezione appare che l’uomo, e quindi anche noi, peccatori, siamo avvolti dalla misericordia eterna fin da principio, e perciò è manifesto che Dio non ci lascia soli. In noi, che veniamo all’esistenza ancora privi della grazia, diviene evidente che siamo i figli amatissimi di Dio non in virtù di noi stessi, ma per semplice e pura grazia di Dio, che viene donata a noi, peccatori, senza alcun nostro diritto e senza alcun nostro merito».
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