Livorno

A lezione di simboli e tradizione

La Pasqua è ormai alle porte ma prima di festeggiare la risurrezione di Gesù ogni credente vive la Settimana Santa come momento principale e fondamentale della propria vita di fede: una settimana piena di significati, gesti e tradizioni delle quali spesso non si conosce il significato.Così, abbiamo incontrato don Donato Mollica, per farci aiutare a conoscere, approfondire o semplicemente ripassare i simboli liturgici e della tradizione pasquale. L’ulivo«La Domenica delle Palme inaugura la Settimana Santa. In questo giorno si fa memoria di Gesù accolto in Gerusalemme dalla folla con le palme.In Italia, non essendoci in molti luoghi la presenza delle palme, si è ricorsi all’utilizzo dell’ulivo (forse anche perché proprio in questo periodo che si ricorre alla potatura di questa pianta); in nord Europa ad esempio si fa uso di arabeschi di piante intrecciate, in ogni parte del mondo si utilizza ciò che si ha a disposizione». La messa del Crisma«Liturgicamente dovrebbe essere celebrata il giovedì santo durante la mattina ma a Livorno e in altri luoghi viene anticipata al mercoledì pomeriggio per permettere una maggiore partecipazione da parte dei fedeli.È la Messa in cui si fa memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e del sacerdozio, durante la quale infatti il clero si riunisce attorno al suo Vescovo per confermare l’impegno sacerdotale.Inoltre, in questa celebrazione vengono benedetti gli oli sacri (catecumeni, crisma e olio degli infermi) utilizzati poi durante l’anno per amministrare i sacramenti». La lavanda dei piedi«La vera reliquia che la Chiesa dovrebbe adorare dovrebbe essere il catino con l’acqua sporca con cui Gesù, cinto i fianchi di un grembiule, lava i piedi di Pietro e di Giuda indistintamente durante l’Ultima Cena.È l’emblema dello spirito di servizio che dovrebbe caratterizzare la Chiesa». Il giro delle Sette Chiese«È una tradizione che nasce nel 540 circa da San Filippo Neri che invitava a ripercorrere ed accompagnare Cristo nella sua passione.Il giro consisteva nella visita delle quattro basiliche maggiori di Roma e delle tre minori: il percorso totale era di circa venti chilometri che si faceva tra il giovedì e il venerdì.Tutti i pellegrini che arrivavano a Roma e partecipavano a questa tradizione iniziarono a riproporla nelle città da cui provenivano e così ancora oggi facciamo.Nei secoli si è persa questa tradizione, tranne in alcune città come Napoli e poche altre.Mentre, così come la partecipazione alla Messa della domenica delle Palme, a Livorno è molto sentita, ed è una piacevole espressione e testimonianza della fede popolare che è in netto contrasto con l’idea che Livorno “non crede”». L’adorazione della Croce«Il Venerdì Santo è l’unico giorno in cui non si celebra l’eucarestia in quanto la Chiesa è in lutto perché senza il suo sposo. I tabernacoli, dove viene custodita l’eucarestia, vengono svuotati e viene istituito l’altare della reposizione.Durante la Liturgia della parola, si fa l’adorazione della croce.La Chiesa riconosce nel segno della croce, segno infame, il segno della salvezza.Nell’inginocchiarci davanti a lei, nel baciarla e nel venerarla, la Chiesa si rende conto di quanto vale: tutte le lacrime di Cristo, il suo sangue e la sua stessa vita. In questo giorno, il cristiano è invitato a riflettere sulla sua dignità di Figlio di Dio». La benedizione della luce«La benedizione della luce viene fatta durante la veglia della notte di Pasqua, madre di tutte le veglie.La chiesa è completamente buia e davanti, sul sagrato, viene posto un braciere con il fuoco vivo che arde.Questa immagine del fuoco è come un invito, un richiamo per suscitare curiosità anche a chi inizialmente non aveva deciso di partecipare.Mi è capitato a volte, specie nel quartiere di Venezia cuore della movida livornese e dove si trova la mia parrocchia, di vedere avvicinarsi persone incuriosite: chi ha proseguito il proprio cammino e chi invece è entrato in chiesa e ha partecipato alla messa.Il braciere “da vita” al cero pasquale dal quale vengono accese tutte le candele dei fedeli, segno che rappresenta Cristo luce del mondo che viene ad illuminare ognuno di noi.La candela viene poi spenta e riaccesa nuovamente durante la Messa al momento del rinnovo delle promesse battesimali, come conferma di appartenenza a Cristo». Benedizione delle Uova«È un’antica tradizione che ha origine in oriente. L’uovo è considerato il simbolo della risurrezione, il guscio rappresenta il sepolcro da cui nasce  la vita.Le uova dipinte venivano regalate in segno di pace, negli anni diverse sono state le “trasformazioni”, dalle uova di Fabergé fino ad arrivare alle uova di cioccolata, sicuramente più piacevoli e gustose per i bambini!».

Ora non rimane altro che ricordarli per far si che ci guidino non solo in questa settimana speciale ma anche nella vita di tutti i giorni.