Vita Chiesa

A Fortaleza il raduno dei missionari italiani in Brasile

Fortaleza, sulla punta del Brasile, deve la sua fama da un lato alle sue spiagge, tra le più belle del mondo, e dall’altro al turismo sessuale, anche minorile, del quale sembra essere una delle capitali mondiali, grazie anche – imbarazza dirlo – al decisivo apporto degli italiani. In molti nella Chiesa, magari con sentimenti diversi, è anche associata al ricordo di Dom Aloísio Lorscheider, presidente della Conferenza dei vescovi brasiliani dal 1971 al 1978. Fu capofila della stagione ecclesiale latinoamericana caratterizzata da un’attenzione privilegiata ai più poveri accompagnata da una forte azione di denuncia delle ingiustizie e di sostegno ai movimenti sociali popolari. Espressione e riferimento era la teologia della liberazione.Quest’anno dal 2 al 6 febbraio Fortaleza ha ospitato l’incontro dei missionari italiani che lavorano nel Nordest brasiliano. Il tema andava a toccare uno dei nervi oggi scoperti: l’uso delle risorse umane e economiche. C’è stato modo di discutere, con la libertà tipica di questi incontri, delle difficoltà che l’attuale situazione arreca ai missionari: il clero locale che si sente discriminato nell’accesso alle risorse economiche, il rischio con i nostri progetti di supplenza – sempre diseducativa – nei confronti dei poteri pubblici che possono e devono agire, la deresponsabilizzazione delle comunità. Possibili piste di cambiamento sono stati indicati in: progetti che nascano da un effettivo coinvolgimento delle due Chiese superando il protagonismo del missionario anche nella gestione economica, trasparenza, effettiva voce in capitolo delle comunità, in una sintesi giornalistica che non rende conto della ricchezza dei contributi.Sarà per questo che la partecipazione, che nelle edizioni precedenti si era aggirata sempre intorno alle 60 presenze, quest’anno non ha superato le 25? Chi lo sa. Magari invece i motivi sono tutt’altri.Comunque della Chiesa fiorentina erano presenti i fidei donum padre Angelo Stefanini e io. Dalla Toscana c’era anche don Ugo Montagner, prete della diocesi di Siena da più di trant’anni missionario a Balsas, nel Nord Est del Brasile. Padre Angelo è stato a San Paolo dal 1974  al 1991 come itinerante neocatecumenale. Dopo una permanenza a Firenze come parroco di Molin del Piano si è trasferito a Fortaleza nel 2003 per assumere la direzione del Centro sócio educacional sanitário «Madonnina del Grappa» alla morte di don Alfredo Nesi, che lo aveva fondato nel 1992, e la cura dell’area pastorale circostante. Il Centro è un tycoon della missione. Eretto in una delle aree più povere della periferia di Fortaleza, comprende asilo, scuole elementari e professionali, ambulatori medici, mensa, palestra. Dà lavoro a 70 dipendenti e accoglie 500 studenti.Per le dimensioni del progetto lo abbiamo preso come caso-limite che ci ha aiutato nella riflessione.Io invece, molto più tranquillamente, sono in Brasile da 14 mesi, all’inizio con Annamaria Boscaini e poi da solo, e seguo una parrocchia della periferia disastrata di Salvador. Sarà già un successo se quest’anno riusciremo a far sorgere un gruppo di giovani e una nuova comunità. Per dirla tutta spero quanto prima di poter costruire la casa parrocchiale. Il tempo passato insieme, in particolare con Angelo, le cose che ci siamo scambiati, l’amicizia rafforzata sono stati conseguenze preziose di quest’incontro. E ora si torna a lavorare. Con qualche idea e qualche dubbio in più.Luca NiccheriPrete fidei donum a Salvador