Vita Chiesa

«A» come assoluzione, «s» come scomunica

DI DON FRANCESCO SENSINISeguirò l’ordine alfabetico. A come Arresti domiciliari. «Condannato per aver aggredito sei abitanti di un quartiere e aver terrorizzato l’intero vicinato». Avrei giurato trattarsi di un giovane con problemi legati al mondo della tossicodipendenza o in alternativa di un vecchietto infastidito dal comportamento incivile e fastidioso di altri. Invece il protagonista di questa vicenda è semplicemente un gatto che è stato così punito dal funzionario comunale responsabile per gli animali. Ma la padrona ha affermato: «Il gatto non attacca se nessuno lo infastidisce». Io mi auguro che lo stesso gatto faccia ricorso contro il comune e chieda di miagolare solo con il suo avvocato. Quello degli animali è un tema certamente non trascurabile. È uno degli aspetti che sta sempre più segnando il confine tra la visione laica e la visione cattolica della vita. Per i laici: animali, esseri viventi soggetti di diritti. Per i cattolici: animali, creature di Dio al servizio dell’uomo. A come Assoluzione. Tutti i preti della diocesi potranno assolvere dalla scomunica che scatta per chi procura l’interruzione volontaria di gravidanza. Così ha deciso il vescovo di Cremona, per il periodo pasquale. Voglio peccare di presunzione. La sensibilità e l’attenzione dei parroci e pastori di anime sono certamente arrivate prima di questo decreto. Assolvere significa riconoscere due cose: la gravità di un peccato e la volontà di ricominciare una vita migliore.

E come Ergastolo. A tanto è stata condannata una giovane donna che ha ucciso i suoi quattro figli subito dopo averli dati alla luce. Se li avesse «eliminati» nei termini consentiti dalla legge sulla interruzione di gravidanza, sarebbe una donna libera. Dove sta la differenza? Dove il confine tra libertà e colpa? Nell’ignoranza? Non lo sapeva perché, penserà sicuramente un laicista, i suoi pregiudizi religiosi le hanno impedito di informarsi. Nella scelta del tempo? Più i figli sono piccoli meno grave è la loro oppressione. Nella visibilità? Un figlio «invisibile» è un oggetto, quello visibile un soggetto. Nella autonomia? Un figlio dentro la madre è corpo, uno fuori della madre è uomo.

S come Scomunica. Questa la condanna del vescovo di Locri contro chi «fa abortire la vita dei giovani uccidendo, e delle nostre terre, avvelenando i campi». Mi sono già sentito ripetere che la scomunica non serve a niente. Se uno è credente basterà che si penta e che confessi i peccati commessi; se uno invece non è credente non sarà certo la scomunica a convertirlo. Io credo che la scomunica serva alla Chiesa. È la Chiesa che dimostra il coraggio di dire una parola fortissima, perché molti oggi sono diventati sordi e scelgono di vivere con la solo regola della violenza e della distruzione. Ci vorrà pure qualcuno che dica loro che sono fuori regola. E siccome la regola è vivere insieme (comunione) rispettando persone e cose… chi agisce diversamente è fuori comunione (s-comunicato).