Pisa

A CISANELLO LA STATUA DEL SANTO

di Caterina Guidi

In bronzo, fabbricata con il tradizionale e antico sistema «a cera persa»: da poco più di una settimana Pisa ha la sua statua di San Ranieri, ricordo dell’anno trascorso e dono dell’Arcidiocesi alla città. L’opera – realizzata da Alessandro Caetani e finanziata dalla Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato – ha trovato ospitalità in un’area verde sulla via Cisanello, nelle immediate vicinanze della rotonda che porta all’ospedale e al ponte alle Bocchette. Dal suo piedistallo Ranieri accoglie chi arriva in città, in uno dei punti più trafficati e «in espansione» del comune.Le braccia allargate offrono ai passanti il pane e l’acqua, simboli semplici della santità del patrono. Inaugurando la statua la mattina di mercoledì 15, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi ha ringraziato l’Arcivescovo e la Cassa di risparmio di San Miniato. «Il ringraziamento è sentito e vi spiego subito perché» ha sottolineato il primo cittadino. «L’artista ci dà un prezioso contributo con un’opera che arricchisce la città. In generale sono davvero contento del modo in cui sono state impostate le celebrazioni: un modo sobrio nel quale mi ritrovo molto. L’anno di San Ranieri arriva alla fine; ma questa fine è anche un inizio, perché si è trattato di una ripresentazione che ha un senso spirituale e civico al tempo stesso: Pisa deve far crescere la propria indole contemporanea senza perdere le sue radici». L’opera di Caetani trova collocazione in un’area legata alla storia di San Ranieri, alla sua giovinezza e alla conversione, un’area che domani vedrà nascere nuovi «servizi civici e opere assistenziali. La presenza di questo monumento – ha dichiarato il sindaco – credo faccia onore ai cittadini di Cisanello e Pisanova». «L’idea della statua a San Ranieri – ha spiegato da parte sua monsignor Benotto – è nata all’interno del Comitato per i festeggiamenti nell’ 850° della morte del santo, per impulso di monsignor Aldo Armani. È stato lui a contattare l’artista e trovare la disponibilità della Cassa di Risparmio di San Miniato. Cisanello è oggi una delle “porte” della città di Pisa. Allora perché non mettere Ranieri qui, in atteggiamento di accoglienza verso chi arriva, ma anche rivolto nella direzione ideale di chi vive proprio qui l’esperienza del dolore e della sofferenza? In questa opera viene ricordato anche il potere taumaturgico del santo, la sua disponibilità verso sofferenti, poveri, abbandonati. Quale immagine migliore offrire all’ospedale di Cisanello? È il segno dell’attenzione della città e della Chiesa verso questa realtà». Cisanello cresce da oggi anche nella sua ricchezza artistica, oltre che per i servizi alla persona. «Collocazioni simili si trovano in moltissime città europee, anche in luoghi inconsueti» ha ricordato l’assessore comunale alla cultura Silvia Panichi. «Questa opera è un rilancio verso il futuro, un invito a guardare anche all’arte contemporanea senza perdere il contatto con le proprie radici storiche». Alla cerimonia hanno presenziato i consiglieri comunali Riccardo Buscemi, Luca Titoni, Giovanni Garzella e Sandro Gallo. Parole di ringraziamento e apprezzamento vengono anche dalla presidente del consiglio comunale Titina Maccioni, che ha ricordato la presenza  a Cisanello di altri lavori artistici donati alla città: la statua di Paolo Grigò all’interno del parco dei martiri di San Biagio, il monumento di Dolfo o le altre opere ospitate lungo il viale delle Piagge. E ha confermato che: «l’idea di un monumento al patrono – già presentata al sindaco e ai consiglieri in un ordine del giorno – ha incontrato il favore dell’intero consiglio comunale, in modo trasversale». L’associazione «Amici di Pisa», dal canto suo, ha ringraziato le autorità per l’iniziativa, mostrando apprezzamento per la qualità artistica e la collocazione della statua. E rilancia per il futuro: trasformare uno spazio pubblico adeguato – come quello delle logge di Banchi – in un’area espositiva che contenga le effigi di tutti i pisani illustri: «Pisa – si legge nella nota – potrebbe rendere omaggio agli occhi del mondo a Burgundio, all’arcivescovo Pietro Moriconi, a Duodo Duodi, ai Gualandi, agli Alliata, a Pietro Gambacorta, al Conte Ugolino della Gherardesca e all’arcivescovo Ruggeri degli Ubaldini, a Fibonacci e molti altri ancora. Sarebbe senz’altro un progetto costoso, ma di ampio respiro e fornirebbe una sintesi della storia pisana di sicura attrazione artistica».