Arezzo - Cortona - Sansepolcro

A Badia Prataglia un presepe nel segno dell’umiltà.

Un presepe in crescita anno dopo anno. È quello di Badia Prataglia che è tornato anche quest’anno tutto in legno. A firmarlo il maestro Bruno Bronchi nella antica cripta del IX secolo della chiesa di Santa Maria Assunta, posta sotto il coro rialzato, a tre navate e due campate, con archi a tutto sesto e volte a crociera.Aumentate le tipiche case casentinesi assieme ai personaggi che adesso occupano anche lo spazio antistante la scena principale, in basso sul selciato ricoperto da polvere di legno. I Re Magi hanno fatto la loro comparsa la notte dell’Epifania. Il parroco, don Francesco Cecconi, ha cercato ispirazione per il presepe nelle indicazioni fornite dall’arcivescovo Riccardo Fontana: «Accoglienza è la prima parola chiave per addentrarsi nella logica del Natale. Mentre il Vangelo annota che Maria e Giuseppe non trovarono alloggio a Betlemme, oggi come allora “accogliere” è la risposta del credente a Dio che si fa vicino, nella persona del bisognoso, nella storia del nostro giovane poco rispettoso delle regole, di chi è scacciato e non considerato dagli altri. L’umiltà cara alla nostra gente non è tanto riscoprire che abbiamo bisogno di Dio, ma che Dio anche in questo ci ha preceduto, venendo in cerca dell’uomo: è il messaggio di Betlemme. Quando te ne rendi conto sperimenti come all’umiltà si aggiunga spesso la letizia. È il binomio di Natale, è la chiave cristiana per avvicinarci alla fonte della pace. L’intuizione geniale di san Francesco è di passarci il messaggio che anche tu puoi fare da pastore in quel gran presepio che è la storia umana, purché tu abbia l’umiltà di cercare la letizia del cuore, riscoprendoti amato da Dio». Interamente costruito a mano, il presepe contiene personaggi tradizionali quali la lavandaia, il pastore, il fornaio, l’addetto al pozzo all’ombra delle tipiche case in pietra casentinesi. Un presepe classico per una badia romanica che ha oltre mille anni di storia.