Vita Chiesa
Papa Francesco, udienza: il battesimo è la «porta» della vita cristiana
«I cinquanta giorni del tempo liturgico pasquale sono propizi per riflettere sulla vita cristiana che, per sua natura, è la vita che proviene da Cristo stesso», ha esordito Francesco, ricordando che «siamo cristiani nella misura in cui lasciamo vivere Gesù Cristo in noi». «Da dove partire allora per ravvivare questa coscienza se non dal principio, dal sacramento che ha acceso in noi la vita cristiana? Questo è il Battesimo», le parole del Papa: «La Pasqua di Cristo, con la sua carica di novità, ci raggiunge attraverso il battesimo per trasformarci a sua immagine: i battezzati sono di Gesù Cristo, è Lui il Signore della loro esistenza».
Il battesimo è «un altro compleanno. «Sono sicuro, sicurissimo che tutti noi ricordiamo la data della nostra nascita. Ma mi domando io un po’ dubbioso e domando a voi: ognuno di voi ricorda qual è stata la data del suo battesimo?». È il dialogo, a braccio, del Papa con i 22mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, parlando del battesimo come fondamento della vita cristiana. «Alcuni dicono di sì, ma è un sì un po’ debole, perché forse non ricordano tanto questo», ha proseguito Francesco: «Ma se noi festeggiamo il giorno della nascita, come non festeggiare, o almeno ricordare, il giorno della rinascita?». «Io vi darò un compito a casa», la richiesta del Papa alla piazza: «Coloro che non si ricordano la data del battesimo, domandino alla mamma, agli zii, ai nipoti: ‘Tu sai qual è la data del battesimo’? E non dimenticarla mai, e quel giorno ringraziare il Signore perché è proprio il giorno in cui il Signore è entrato in me, lo Spirito Santo è entrato in me». «Tutti dobbiamo sapere la data del nostro battesimo», l’imperativo di Francesco: «È un altro compleanno, è il compleanno della rinascita. Non dimenticatevi di fare questo, per favore!». Il verbo greco «battezzare», infatti, significa «immergere», ha ricordato il Papa: «Il bagno con l’acqua è un rito comune a varie credenze per esprimere il passaggio da una condizione a un’altra, segno di purificazione per un nuovo inizio. Ma per noi cristiani non deve sfuggire che se è il corpo ad essere immerso nell’acqua, è l’anima ad essere immersa in Cristo per ricevere il perdono dal peccato e risplendere di luce divina. In virtù dello Spirito Santo, il battesimo ci immerge nella morte e risurrezione del Signore, affogando nel fonte battesimale l’uomo vecchio, dominato dal peccato che divide da Dio, e facendo nascere l’uomo nuovo, ricreato in Gesù. In lui, tutti i figli di Adamo sono chiamati a vita nuova». «E il battesimo, cioè, è una rinascita», ha aggiunto Francesco a braccio prima di iniziare il dialogo con i 22mila presenti in piazza.
Battesimo è «rigenerazione» e «rinascita». «Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Nella prima catechesi dedicata al battesimo, il Papa ha citato le ultime parole di Gesù risorto agli apostoli, che sono «un mandato preciso»: «Attraverso il lavacro battesimale, chi crede in Cristo viene immerso nella vita stessa della Trinità».
«Non è un’acqua qualsiasi quella del battesimo, ma l’acqua su cui è invocato lo Spirito che dà la vita», ha spiegato Francesco citando il Credo e citando ciò che Gesù disse a Nicodemo per spiegargli la nascita alla vita divina: «Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito». Per questo il battesimo è chiamato anche «rigenerazione» ed è «segno efficace di rinascita, per camminare in novità di vita», come ricorda san Paolo ai cristiani di Roma: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova».
«Battezzare i bambini». «Non siamo isolati, noi battezzati: non siamo isolati, siamo membri del corpo di Cristo, che è la Chiesa, e partecipi della sua missione nel mondo». Con queste parole il Papa ha spiegato la dimensione comunitaria del sacramento del battesimo, la cui «vitalità» è illustrata da queste parole di Gesù: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto». «Una stessa vita, quella dello Spirito Santo, scorre dal Cristo ai battezzati, unendoli in un solo Corpo, crismato dalla santa unzione e alimentato alla mensa eucaristica», ha commentato Francesco, secondo il quale «il battesimo permette a Cristo di vivere in noi e a noi di vivere uniti a lui, per collaborare nella Chiesa, ciascuno secondo la propria condizione, alla trasformazione del mondo. Ricevuto una sola volta, il lavacro battesimale illumina tutta la nostra vita, guidando i nostri passi fino alla Gerusalemme del cielo». «C’è un prima e un dopo il battesimo», ha sottolineato il Papa: «Il sacramento suppone un cammino di fede, che chiamiamo catecumenato, evidente quando è un adulto a chiedere il battesimo. Ma anche i bambini, fin dall’antichità, sono battezzati nella fede dei genitori». E su questo argomento, il Papa ha fatto un approfondimento a braccio: «Alcuni pensano: ma perché battezzare un bambino che non capisce? Speriamo che cresca, che capisca e che sia lui stesso a chiedere il battesimo». «Ma questo significa non avere fiducia nello Spirito Santo», l’obiezione a questa ipotesi: «Perché quando noi battezziamo un bambino, entra in quel bambino lo Spirito Santo e lo Spirito Santo fa crescere quel bambino nelle virtù cristiane che poi fioreranno». «Sempre si deve dare questa opportunità a tutti, a tutti i bambini, di avere dentro di loro lo Spirito Santo, che li guidi durante la vita», il monito di Francesco: «Non dimenticate: battezzare i bambini!».
«Fate il compito a casa» sul «secondo compleanno». «Nessuno merita il battesimo, che è sempre dono gratuito per tutti, adulti e neonati», ha precisato il Papa. «Ma come accade per un seme pieno di vita, questo dono attecchisce e porta frutto in un terreno alimentato dalla fede», ha proseguito Francesco. «Le promesse battesimali che ogni anno rinnoviamo nella veglia pasquale devono essere ravvivate ogni giorno affinché il battesimo ‘cristifichi»», ha detto il Papa esortando a braccio a «non aver paura di questa parola: il battesimo ci ‘cristifica’. Chi ha ricevuto il battesimo, assomiglia a Cristo», diventa «un altro Cristo». «Qual era il compito da fare a casa?», ha concluso il Papa a proposito del primo invito della catechesi: «Qual è la mia data di battesimo, il mio secondo compleanno, la mia rinascita? Fatelo, grazie!».
Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana che, come di consueto, concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro, il Papa ha salutato – tra gli altri – i 600 fedeli provenienti dall’arcidiocesi di Genova, guidati dal card. Angelo Bagnasco, e il gruppo dell’Università Campus Biomedico di Roma, «a 25 anni dall’inizio di tale significativa istituzione», l’omaggio di Francesco, che ha salutato anche i 700 partecipanti alla manifestazione promossa dalla Lega Pro e la delegazione del Campionato mondiale automobilistico di «Formula E». Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli: «L’annuncio pasquale continui ad infiammare il vostro cuore, affinché ciascuno possa sperimentare Cristo sul proprio cammino e aderire ai suoi insegnamenti», l’augurio finale.