Italia

«Don Gnocchi», 50 anni di riabilitazione

DI ELISABETTA CASELLI

Sono giorni questi dedicati alla memoria, alla riconoscenza, alla riscoperta della figura di don Carlo Gnocchi, perché l’anno del centenario della sua nascita (avvenuta a San Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902) induce tutti a una forte riflessione su questo apostolo della bontà la cui vita è stata caratterizzata dalla continua ricerca di Dio attraverso l’umanità dell’uomo e dalla ricerca dell’uomo tenendo fissi gli occhi a Dio. La sua Opera, che nel 1951 si trasformò in «Fondazione pro juventute», ha avuto un raggio di azione che, dai piccoli mutilati della guerra – a cui si prefiggeva di assicurare cura, riabilitazione e integrazione sociale – si è esteso ad ogni tipo di handicap con lo scopo di «restaurare la persona disabile» non soltanto fisicamente ma anche moralmente e spiritualmente. Da allora non sono mai venuti meno i principi ispiratori dell’Opera: centralità della persona umana, attenzione ai più sofferenti, valorizzazione delle capacità del soggetto, oltre la malattia e l’handicap.

Durante quest’anno molte sono le celebrazioni per il Centenario e fra i vari appuntamenti si sottolineano l’udienza particolare del Papa alla Fondazione nell’autunno prossimo; un pellegrinaggio a Lourdes dal 19 al 25 maggio e tanti convegni culturali e scientifici.

Oggi in tutta Italia esistono venti Centri con 3.000 dipendenti, 36 ambulatori, oltre 2700 posti letto, 11 mila pazienti ricoverati ogni anno. In Toscana, la Fondazione è presente fin dal 1951 a Pozzolatico (Firenze) con il «Centro S. Maria agli Ulivi» e un ambulatorio riabilitativo in via Caccini (zona Careggi); a Colle Val d’Elsa (Siena) con il «Centro S. Maria alle Grazie», con sola attività riabilitativa, ambulatoriale; a Marina di Massa con il «Centro S. Maria alla Pineta».

La storia di Pozzolatico risale al 1949 quando, nella villa De’ Larderel, che si erge sulle colline vicino a Firenze, nacque il Collegio destinato ad accogliere e assistere ragazze mutilate dai sedici ai venti anni e due anni dopo entrò ufficialmente a far parte dell’Opera di Don Gnocchi. Esaurita questa prima fase di assistenza, l’Istituto si è specializzato in attività di riabilitazione e ricerca, in collaborazione con diverse cliniche universitarie. Presso il Centro S. Maria degli Ulivi, vengono trattate patologie ortopediche, neuromotorie, respiratorie e cardiologiche; le attività di diagnosi, cura e assistenza sono in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, ed inoltre il Centro svolge attività didattiche e di ricerca sia a livello nazionale che regionale. L’elevata qualificazione tecnico–professionale del Centro di Pozzolatico ha permesso di ottenere – con decreto interministeriale in data 2 agosto 2000 – il riconoscimento a Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs)

«Questo riconoscimento – spiega il direttore Mario Fappani – ci permette di dare spazio alla ricerca e all’attività ospedaliera che stiamo sempre più introducendo dopo aver spostato la maggior parte di attività ambulatoriale in via Caccini. Approvato il Piano sanitario regionale, avremo 140 posti letto e la nostra attività sarà di ricovero per la riabilitazione di acuti e ex articolo 26. Naturalmente l’attività di ricerca che vogliamo fare, migliorerà l’assistenza perché la nostra è una ricerca applicata. Il Centro – continua Fappani – è un ente privato, senza finalità di lucro, finalizzato al bene comune, interattivo con il servizio pubblico».

Il Centro S. Maria alla Pineta di Marina di Massa ha la sua sede in una ex colonia marina che nel 1957 era entrata a far parte della Fondazione Don Gnocchi, prima come colonia per mutilatini e poliomelitici e poi come collegio permanente. Anche questo Centro, negli anni, si è adeguato alle nuove esigenze, divenendo una struttura sanitaria di riabilitazione ortopedica, neuromotoria e respiratoria. Il Centro ha una disponibilità di 116 posti letto occupati tutto l’anno, inoltre esiste il ricovero per pazienti in regime di day-hospital. Offre trattamenti ambulatoriali in loco e domiciliari di cui possono beneficiare anche i pazienti di La Spezia.

«Recentemente – spiega Adolfo Cagetti, dirigente del Centro di Marina di Massa – la Fondazione ha acquisito la gestione del reparto di riabilitazione dell’Ospedale di Sarzana. Inoltre il 19 gennaio sono state inaugurate la nuova piscina terapeutica e le palestra polivalente che vogliamo aprire anche al territorio. Le nostre prospettive sono quelle di occupare sempre più e sempre meglio l’ambito sanitario a cui siamo accreditati dal Piano sanitario nazionale e regionale. Inoltre mi piace sottolineare la presenza all’interno del Centro, di una associazione di volontariato, l’ApoDi (Associazione polisportiva disabili) che gestisce un piccolo bar e i fondi raccolti vengono utilizzati per l’impianto sportivo interno, dove sono praticati alcuni sport sia da disabili che da normo–dotati».

LA SCHEDADon Carlo Gnocchi, terzogenito di Enrico, marmista, e Clementina Pasta, sarta, nacque a S. Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902. Venne ordinato sacerdote nel 1925; per alcuni anni fu assistente d’oratorio e poi fu nominato direttore spirituale dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Coerente alla tensione educativa che lo volle sempre vicino ai suoi giovani, nel 1940, allo scoppiare del secondo conflitto mondiale, don Carlo si arruolò come cappellano volontario, prima per il fronte greco-albanese e poi per la Campagna di Russia insieme agli alpini della Tridentina. Nel 1943, durante la drammatica ritirata del contingente italiano, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, maturò in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento nel 1949, a guerra finita, nella Fondazione infanzia mutilata, poi divenuta Fondazione pro juventute. Don Gnocchi morì nel 1956 a Milano per un male incurabile, ma la Fondazione, che lui chiamava la sua “baraca” ha avuto uno sviluppo prodigioso in tutta Italia. Nel 1987 il cardinale Carlo Maria Martini ha istituito il Processo di beatificazione, la cui fase diocesana si è conclusa nel ’91. Il Processo è ora in fase di svolgimento alla Congregazione delle Cause dei santi, a Roma.