Dossier

Simona Pari e Simona Torretta: dal rapimento alla liberazione

7 settembre 2004 Un commando armato fa irruzione negli uffici della Ong «Un ponte per…», a Baghdad, e sequestra Simona Torretta (29 anni, romana) e Simona Pari (29 anni, di Rimini). Insieme a loro sono prelevati due colleghi iracheni che operano nel sociale, Raed Ali Abdul Aziz e Mahnaz Bassam di «Intersos». 8 settembre Nel sito «Islamic-Minbar.com», un gruppo che si firma «Ansar El Zawahri» (I partigiani di El Zawahri) rivendica il rapimento. Il gruppo afferma che il rapimento «è il primo dei nostri attacchi contro l’Italia». Vertice a palazzo Chigi, presieduto da Berlusconi, tra rappresentanti dell’opposizione e del governo. L’opposizione, ferma restando la sua contrarietà all’intervento militare in Iraq, ribadisce la volontà di salvare i due ostaggi italiani. E, in questo quadro, la piena disponibilità a collaborare con il governo. 9 settembre La sottosegretaria agli esteri, Margherita Boniver, parte per una missione in cinque Paesi del Medio Oriente. 10 settembre Un ultimatum è lanciato dal gruppo di Ansar al Zawahri che utilizza il sito web islamic-minbar. «Noi vogliamo un impegno dell’ Italia a liberare immediatamente tutte le prigioniere musulmane nelle carceri dell’ Iraq senza alcuna condizione in cambio di pochissime informazioni sui due ostaggi italiani. E diamo un termine di 24 ore al governo italiano per rispondere alle nostre richieste». In una nota Palazzo Chigi fa sapere che l’Italia si impegna, come già fa «da lungo tempo», per la liberazione di chi in Iraq si trovi prigioniero «in assenza dei necessari presupposti». Il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, insieme ai rappresentanti dei musulmani e musulmane d’Italia durante un incontro al Quirinale, lancia un appello per la liberazione delle due rapite. Si svolge a Roma una fiaccolata-corteo per chiedere la liberazione delle due volontarie italiane. 12 settembre In un comunicato diffuso sul sito web «Yaislah.org», la Jihad islamica da un ultimatum di 24 ore al «governo di Berlusconi» per ritirare i soldati italiani dall’Iraq, altrimenti «eseguiremo la sentenza di Dio che sarà lo sgozzamento, se Dio lo vuole, dei due ostaggi italiani». L’ultimatum fa riferimento ad un precedente termine di 12 ore, passato inosservato, «al governo di Berlusconi», «per applicare le nostre condizioni per liberare le due prigioniere». 13 settembre Il ministro degli esteri Franco Frattini parte per una missione nella regione del Golfo, nel tentativo di favorire la liberazione degli ostaggi. Nel suo giro Frattini raccoglie significative testimonianze di solidarietà da parte dei governanti dei Paesi del Golfo. 15 settembre Frattini riferisce alle Commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, chiedendo «assoluto riserbo» sulla trattativa e si appella agli Stati Uniti per evitare la morte di civili innocenti nelle operazioni in Iraq. 17 settembre Servizi segreti stranieri avanzano l’ipotesi che le due Simone siano vive e si trovino a Fallujah. I rapitori le avrebbero trasferite nella città sunnita dopo un breve periodo di detenzione presso Abu Ghraib. 18 settembre Secondo altre fonti, fra cui il viceministro degli Esteri iracheno Hamid Al Bayati, le due giovani sarebbero state prima sequestrate da un commando di ex baathisti e poi vendute a un gruppo che fa riferimento all’estremista palestinese con passaporto giordano, Abu Musab al Zarqawi, considerato il luogotenente di Al Qaida in Iraq. Le fonti confermano che le due italiane si troverebbero a Fallujah. 19 settembre «Un Ponte per…» lancia un filmato diretto ai media. Il video, in versione italiana, araba ed inglese, della durata di 4 minuti circa, traccia i profili di Simona, Ra’ad, Manhaz e Simona attraverso le loro parole. Il filmato, trasmesso dalle emittenti Al Jazira e Al Arabiya, si conclude con l’appello «Liberate la pace». 20 settembre «Attendiamo con trepidazione che vengano restituite all’amore delle loro famiglie». Così il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, lancia un nuovo accorato appello per la liberazione delle due Simone alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, 21 settembre Con comunicato diffuso attraverso un sito islamico, il gruppo Tawhid wal Jihat «Unico dio e guerra santa» di Abu Musab al Zarqawi smentisce di aver «acquistato» da delinquenti comuni le due operatrici umanitarie. 23 settembre Due messaggi in dodici ore, apparsi su siti web islamici, annunciano la presunta uccisione di Simona Torretta e Simona Pari. Il primo messaggio, giunto poco dopo la mezzanotte e firmato dal gruppo «Organizzazione della Guerra Santa in Iraq», viene giudicato inattendibile dai nostri servizi segreti e dal governo. Il secondo, arrivato poco prima delle 11, siglato dall’organizzazione «Seguaci di al Zawahri» (Ansar al Zawahri), annuncia «a breve» un video comprovante l’avvenuta decapitazione delle due ragazze italiane. Video mai pervenuto. Improntate alla cautela le reazioni del governo italiano. 25 settembre Un quotidiano kuwaitiano, «al Rai al Aam», dà la notizia attesa da tutti: Simona Torretta e Simona Pari sono vive. Il quotidiano cita fonti «fidate», che sarebbero anche molto ben informate sui rapitori. Il giornale rassicura anche sulle condizioni di detenzione delle due giovani volontarie italiane. 26 settembre Il quotidiano kuwaitiano «al Rai al Aam» scrive che le due ragazze sono provate psicologicamente mentre i loro sequestratori sono determinati ad andare avanti col rapimento. I rapitori, scrive il giornale citato dall’agenzia Kuna, non sono disposti a «mediazioni» e rilasceranno i due ostaggi solo se il governo italiano soddisferà le richieste dei «religiosi». 27 settembre Secondo fonti di intelligence non solo alcune indicazioni pervenute al governo italiano coincidono con le informazioni pubblicate dal giornale kuwaitiano ma in quegli articoli ci sarebbero veri e propri segnali in codice. Interviene anche re Abdallah di Giordania in una intervista al «Corriere della sera»: «Le informazioni di cui dispongo è che entrambe le ragazze sono vive». Secondo il monarca «quelli che compiono atti efferati in nome dell’Islam non sono musulmani». Segnali anche da Alì Al Rooz, direttore di «al Rai al Aam»: «Attendo notizie su Simona Pari e Simona Torretta oggi, al più tardi entro domani», afferma. Una delegazione dell’Ucoii parte per Bagdad: «Da 24 ore è in corso una nostra missione in Iraq per cercare di arrivare alla liberazione delle due italiane» riferisce il segretario dell’Ucoii, Roberto Amza Piccardo. 28 settembre Alle 17,30 la tv del Qatar Al Jazeera annuncia con una scritta in sovrimpressione che le due italiane sono state liberate. Simona Pari e Simona Torretta sono state liberate dai loro sequestratori e consegnate all’incaricato d’affari italiano, annuncia l’emittente, ripetendo per tre volte la notizia. Gli altri due sequestrati verranno rilasciati in luoghi diversi. Le telecamere di Al Jazeera mostrano l’incontro delle due giovani con il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, che in serata le riaccompagna in Italia con un Falcon 20, che atterra a Ciampino alle 23,15. Dopo l’incontro con i familiari e le autorità – tra le quali il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – le due volontarie vengono trasferite in elicottero in Procura per essere ascoltate dai magistrati che si occupano delle indagini.