Cultura & Società
Così Leone X inventò la Versilia
Ai piedi dell’antica Rocca di Sala che fu avamposto longobardo di controllo del territorio, delle popolazioni e dei traffici mercantili, sul margine di quel magnifico quadrilatero marmoreo che è la Piazza del Duomo di Pietrasanta, da quasi mezzo millennio il leone del Marzocco vigila e ammonisce – le fauci spalancate – affermando il dominio fiorentino sulla Versilia. È il segno forte e tangibile di una storia che inizia il 29 settembre 1513 con un lodo arbitrale di Papa Leone Decimo. Una sentenza risolutiva, autorevole e inderogabile che mette fine a guerre e dispute tra città avversarie donando pace, stabilità e futuro a quella che oggi comunemente definiamo Versilia Storica, o Versilia Medicea: un piccolo ma straordinario lembo di terra toscana disteso fra il Mar Ligure e le Alpi Apuane che quel lontano atto di Papa Medici contribuì a definire sotto l’aspetto territoriale, sociale ed economico, sancendone di fatto la nascita e segnandone la storia e la vita fino ai giorni nostri. Per questo motivo, a cinquecento anni di distanza, la Versilia ha deciso di celebrare la ricorrenza facendone una vera festa della propria identità.
Su invito della Sezione «Versilia Storica» dell’Istituto Storico Lucchese le amministrazioni comunali di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema hanno deciso infatti di dar vita ad un calendario unico di iniziative che si è aperto sabato scorso a Pietrasanta con una conferenza di monsignor Sergio Pagano, eminente studioso di documenti antichi, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e Direttore Scientifico dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca.
Il programma delle celebrazioni proseguirà per tutto il 2013 con altre conferenze, incontri, letture, visite guidate, rappresentazioni teatrali, concorsi fotografici, esposizioni d’arte, programmi didattici, iniziative editoriali: un cartellone di eventi vari e molto diversi fra loro, ma tutti caratterizzati dalla volontà non tanto (o non solo) di celebrare, quanto piuttosto di capire; di arricchire la consapevolezza della popolazione sulla comune matrice storica e, su quella matrice, di costruire un nuovo futuro. Non è un caso che, in parallelo con le celebrazioni, le amministrazioni comunali interessate abbiano ripreso con determinazione il confronto – stancamente abbandonato negli anni Ottanta – sull’ipotesi di unire i quattro enti in una nuova realtà amministrativa disegnata esattamente sui confini dell’antica enclave medicea: il comune unico della Versilia.
Un progetto ambizioso, il superamento di radicati campanilismi, un esempio di «volontà unificatrice» particolarmente significativo nell’epoca in cui, come dimostra il fallito progetto di revisione delle province, i localismi sembrano prevalere su ogni superiore ideale di buon governo e di bene comune.
Abbiamo parlato di enclave. Proprio questo in effetti è stata la Versilia Storica per quasi tre secoli e mezzo: un’enclave medicea in territorio lucchese, un’isola fiorentina, una pungente spina nel fianco dell’orgogliosa Repubblica di Lucca, mai come a quel tempo sensibile alle questioni di confine e fiera della propria libertà. Enclave dal 29 settembre 1513 al 4 ottobre 1847, cioè fino al giorno in cui lo Stato Lucchese fu annesso al Granducato di Toscana di cui la Versilia era già parte. Solo in quel momento si ricucì lo strappo che Papa Leone Decimo aveva operato con il suo Lodo.
Papa Leone – al secolo Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico – era intervenuto in qualità di arbitro, su richiesta delle parti, per comporre l’insanabile conflitto tra Lucca e Firenze sul possesso di Pietrasanta e del suo circondario. Un territorio ricco di risorse agricole e minerarie, ma soprattutto di alto valore strategico, attraversato dalla principale via di comunicazione litoranea tra nord e sud della Penisola e dotato di un importante scalo marittimo a Motrone, primario nodo d’interconnessione commerciale sulle rotte tirreniche e punto privilegiato di approdo delle merci destinate all’entroterra toscano.
Nel 1255, vincendo la resistenza dei feudatari locali, i Lucchesi avevano fondato Pietrasanta, abbellendola e fortificandola a più riprese. Ma non erano stati capaci di conservarne il controllo, che era incessantemente passato da Lucca a Pisa a Firenze, dal controllo di Genova a quello di Carlo VIIl re di Francia in un crudele gioco di guerre, di indennizzi, di accordi traditi, di debiti e di alleanze. Fino, appunto, al Lodo del 1513 con il quale Papa Leone Decimo sancì il possesso della Versilia da parte dello Stato Fiorentino, al cui vertice si era di nuovo – e da pochissimi mesi – insediata la famiglia Medici. A ben vedere, una decisione arbitrale scontata, che tuttavia non fu del tutto dannosa per Lucca (pur con il trauma di una mutilazione territoriale), permettendole di guadagnare una sorta di salvacondotto di sicurezza e di lunga indipendenza nel nuovo equilibrio fra potenze regionali.
Ancor di più, comunque, il Lodo leonino fu utile alla Versilia. Fruttò non solo stabilità, ordine, pace, difesa e certezza di diritto. Ma anche partecipazione attiva, coinvolgimento totale, bagno rigenerante nelle fresche acque del Rinascimento. Pochissimi anni dopo la promulgazione del Lodo e a seguito della donazione delle cave del Monte Altissimo da parte delle comunità di Seravezza e di Cappella alla Signoria fiorentina, Leone Decimo impose a Michelangelo Buonarroti di abbandonare Carrara e di approvvigionarsi di marmo in Versilia per la facciata della basilica di San Lorenzo a Firenze.
Fu l’inizio di una nuova fase storica. La presenza di Michelangelo dette impulso all’attività estrattiva e pose le basi per l’apertura di nuove cave e per lo sviluppo della lavorazione artistica dei marmi. Dopo di lui vennero altri grandi artisti dell’epoca (il Giambologna, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati, Vincenzo Danti) innescando un processo di valorizzazione che sarebbe «esploso» nella prima metà dell’Ottocento con il decollo delle attività industriali legate allo sfruttamento degli agri marmiferi delle Apuane e sarebbe giunto a noi con la presenza di altri grandi artisti (Henry Moore, Jean Harp, Mirò, Cascella, Pomodoro, Botero…), con il peso determinante del marmo nella cultura e nell’economia del territorio e con la «leadership» internazionale delle imprese versiliesi nella lavorazione e nella tecnologia dei lapidei.
Il Lodo come atto di nascita della Versilia Medicea, dunque, e come premessa all’affermarsi della cultura e dell’economia del marmo, mattoni sui quale il territorio fonda anche le proprie fortune turistiche. Elementi che continuano ad avere profonde implicazioni nella vita dei versiliesi, che dai boschi di Arni al mare di Focette, dai 1859 metri della Pania della Croce alla dorata spiaggia di Forte dei Marmi, condividono un patrimonio comune di usanze, tradizioni, identità linguistiche e sociali, di memoria e di aspirazioni.
«Desideriamo che l’anniversario del Lodo di Papa Leone Decimo favorisca la più ampia presa di coscienza da parte della nostra comunità sulle proprie origini – ha dichiarato Riccardo Tarabella, presidente del Comitato promotore delle celebrazioni – ma anche sul senso del proprio presente e del proprio futuro, sul significato di essere versiliesi che vogliono camminare e crescere assieme, sia come persone che come istituzioni». Non una mera rievocazione, quindi. Né la vuota celebrazione di personaggi ed eventi sepolti. Ma una festa dell’identità: per specchiarsi nel tempo e vedersi simultaneamente con le sembianze di ieri, di oggi e di domani.
* direttore sezione «Versilia Storica» Istituto Storico Lucchese
Le iniziative
16 febbraio – Laboratorio didattico per bambini Alla corte dei Medici, Biblioteca comunale, Seravezza;
8 marzo – Conferenza Le donne dei Medici, Sala del Caminetto, Palazzo Mediceo, Seravezza;
14 aprile – Visita guidata alla mostra Le vie delle lettere. La Tipografia Medicea tra Roma e l’Oriente, Biblioteca Laurenziana, Firenze;
3-5 maggio – Concorso lirico internazionale La Fenice, Scuderie Granducali, Seravezza;
17 maggio – Premio gastronomico La cucina rinascimentale nel territorio della Versilia Storica al tempo di Papa Leone X, Villa Bertelli, Forte dei Marmi;
24 maggio – Promozione della lettura fra i ragazzi delle scuole elementari e medie sul tema della famiglia Medici, Palazzo Mediceo, Seravezza;
5 giugno – Mostra d’arte sul tema del Leone, Lemons Guesthouse, Valdicastello Carducci;
15-16 giugno – Una giornata coi Medici, rievocazione storica, Area Medicea, Seravezza;
settembre – Mostra d’arte Il comprensorio dell’Altissimo, Palazzo della Cultura, Cardoso di Stazzema;
28 settembre e 26 ottobre – La Versilia nella sua prima rappresentazione cartografica su scala pre-geodetica, sala conferenze Società di Mutuo Soccorso, Forte dei Marmi;
3 ottobre – Cena rinascimentale, ristorante da Filiè, Querceta;
11 ottobre – Convegno e Mostra (fino all’8 dicembre) La genesi storica dell’identità della Versilia a partire dal Lodo, luoghi da definire, Pietrasanta;
13 ottobre – Rievocazione storica, Pietrasanta;