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Tutte le «magie» della maglia viola ai «raggi X»
C’è qualcosa di nobile e irrazionale, al tempo stesso, nel calcio. L’attaccamento la colore della maglia ne è una dimostrazione. C’è nella partita una «liturgia» sempre identica, accurata, ridondante: inni, canti, striscioni, sfilata. Evidente in questo periodo di mondiali. C’è chi ha paragonato le maglie delle squadre a moderni stemmi araldici. L’antropologo Desmond Morris dice che nel calcio «si è formato un codice universale di riconoscimento visivo, che ha restituito al colore la funzione predominante che godeva nell’antica araldica».
E allora perché non studiare dal punto di vista scientifico proprio questo aspetto? Alessandro Farini, responsabile di un gruppo di ricerca dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr di Firenze, si è posto una domanda: di che colore è la maglia viola della Fiorentina? Non è un gioco di parole. L’obiettivo è approfondire con metodo scientifico l’evoluzione del colore della squadra di calcio toscana, dagli esordi fino a oggi. «Il viola delle maglie – spiega il ricercatore – sarà studiato con la strumentazione del laboratorio, in particolare con un colorimetro a contatto e uno spettroradiometro, per avere informazioni sullo spettro di riflettanza delle maglie e le loro coordinate colorimetriche».
Questa ricerca permette di affrontare temi molto particolari, ad esempio – come spiega Farini – «la corrispondenza tra lo stimolo fisico del colore e la sua designazione semantica (il nome del colore) è rimasta invariata negli anni o è cambiata? Quello che chiamavamo viola ieri ha ancora la stessa denominazione o è cambiato, così come è mutato “il mare colore del vino” che citava Omero?».
Tanti fattori possono aver influenzato le variazioni cromatiche delle maglie. Ad esempio il fatto che oggi si vedono molte partite in notturna, sotto lampade diverse da quelle usate negli anni passati: questo fa sì che lo stesso colore possa apparire differente. I tessuti utilizzati, poi, sono cambiati e con essi i coloranti impiegati.
I nostri ricordi sportivi più profondi sono legati ad un colore. Chi di noi immagina infatti il giocatore preferito senza che indossi la propria maglia? Certo, il viola è uno dei colori più rari nello sport. «La scelta di investigare sulla maglia della Fiorentina è in primo luogo, non posso nasconderlo, una scelta di cuore – sottolinea il ricercatore dell’Ino-Cnr – ma ha anche precise basi tecniche. Il viola è un colore difficile da riprodurre. Basta cambiare di poco la miscela colorante per ottenere qualcosa che vira al blu, soprattutto con le moderne lampade Led. Scegliere una maglia viola invece che, per esempio, una bianca e nera, – conclude Farini – permette di affrontare temi assai complessi e interessanti per ciò che riguarda la misura del colore».
Con tutto il rispetto per i tifosi della Juventus, naturalmente…