Opinioni & Commenti
Poco europei, anche nella scelta della legge elettorale
Secondo la nuova proposta di legge per ottenere la maggioranza in Parlamento basta raggiungere il 35% dei voti. Il che, considerando che ormai in Italia, quando va bene, solo tre italiani su quattro vanno a votare, significa in pratica che in Italia si potrà governare con il voto di poco più del 25% degli italiani battezzato ufficialmente maggioranza. Lo sbarramento all’8% per i partiti che non entrino in una coalizione significa poi cancellare da ogni rappresentanza diversi milioni di voti.
Quel che qui si voleva sommessamente suggerire è semmai l’invito a guardarsi un po’ intorno non solo sugli altri sistemi elettorali, ma anche sulle varie maggioranze che oggi governano l’Europa per potere orientarsi un po’ meglio. In realtà, anche se nessuno sembra essersene accorto, per i motivi più diversi, non ultimo il palese favore della Commissione europea di Bruxelles, a differenza dal passato i paesi europei sembrano oggi navigare più verso le grandi coalizioni, che verso i governi dell’alternanza di destra e o di sinistra.
In quella che potremmo considerare storicamente l’Europa Occidentale classica esistono oggi ben 9 paesi (Italia, Austria, Grecia, Germania, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Repubblica Ceca ) governati da governi di grande coalizione. Solo 5 paesi (Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, Portogallo, Svezia) sono governati da governi di destra e solo 2 (Francia e Danimarca) sono governati da governi di sinistra in una logica di alternanza.
Seppure per poco in Europa oggi la grande coalizione è quindi più la regola che l’eccezione. Non sarà forse che oggi, volendo mettere l’Italia dentro quello che una volta era il vestito europeo dell’alternanza, andiamo al solito in ritardo a rincorrere con un simpatico vintage un’Europa che non c’è quasi più? Se vogliamo sostenere il sistema maggioritario cerchiamo quindi di non sostenerlo come scelta ideologica e nemmeno come evento storico. Non diciamo più che il maggioritario è il meglio in linea di principio perché non ne siamo più tanto sicuri. Non diciamo più che è il futuro perche diminuisce anziché crescere. Non diciamo più che è obbligatorio per il motivo che vogliamo essere europei. Al contrario oggi basta e avanza dire che lo dobbiamo adottare perché, a differenza degli europei, in tante cose siamo italiani.