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IRAQ, ANCHE L’ITALIA NELLA FORZA DI STABILIZZAZIONE

L’Italia parteciperà alla forza di stabilizzazione dell’Iraq e i militari del nostro Paese, insieme a quelli spagnoli, potrebbero essere posti sotto il comando britannico, con base a Bassora, che dovrebbe essere responsabile dell’Iraq meridionale. Lo scrive oggi il «New York Times», citando fonti dell’amministrazione americana. Oltre a spagnoli e italiani dovrebbero inviare truppe anche Bulgaria, Danimarca, Ucraina e Olanda. Secondo quanto riferito dal «Washington Post», che riporta le parole del segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld, i rappresentanti di 16 Paesi hanno incontrato mercoledì a Londra il ministro alla Difesa Geoff Hoon «per discutere quale ruolo poter giocare» nella futura forza di stabilizzazione per l’Iraq. «Più Paesi parteciperanno – ha osservato Rumsfeld – minore sarà il bisogno di truppe americane». La riunione tra Hoon e i rappresentanti dei 16 Paesi è stata chiamata Conferenza sulle operazioni di stabilità della coalizione ad interim: vi hanno partecipato, oltre a Stati Uniti e Gran Bretagna, Australia, Filippine, Corea del Sud, Qatar, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovacchia, Slovenia, Romania e Bulgaria. L’Iraq sarà diviso in tre settori militari pattugliati da una forza multinazionale per il mantenimento della pace sotto comando americano, britannico e polacco, secondo quanto riferisce una fonte americana citata da agenzie internazionali. A sovrintendere questa forza di stabilizzazione sarà il generale Tommy Franks, comandante delle forze americane in Iraq. Circa dieci nazioni hanno offerto la loro partecipazione al contingente, ha affermato la fonte, aggiungendo che della forza multinazionale non faranno parte Francia, Germania e Russia, le tre nazioni che hanno guidato il fronte anti guerra.La forza multinazionale servirà nei settori britannico e polacco, ma non in quello americano. Al momento non è noto il numero di soldati che faranno parte della forza di stabilizzazione, ma nel settore americano saranno schierati circa 20mila uomini. I confini delle tre zone sono ancora in discussione. Secondo la fonte gli Stati Uniti non chiederanno il sostegno dell’Onu per questa forza, che sarà separata dalle 135mila truppe americane da combattimento presenti nel paese. (Fonte Adn-Kronos)