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Gli scenari possibili nello stallo del dopo voto
Quindi, un Governo dovrà comunque essere formato; e questo passaggio dovrà essere preceduto dall’elezione dei Presidenti delle Camere e dalla costituzione dei Gruppi parlamentari, accompagnato dall’elezione delle Presidenze delle Commissioni parlamentari e seguito dall’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Mentre si forma il Governo e si individua una corrispondente maggioranza parlamentare, cioè, andranno raggiunte, anche distintamente, intese di carattere istituzionale, che non attengono necessariamente all’indirizzo politico di maggioranza, ma che richiedono la condivisione di alcuni principi fondamentali su cui edificare un giusto e trasparente accordo istituzionale.
Questo, tuttavia, non potrà limitarsi alla copertura di determinati incarichi, ma dovrà sostanziarsi in un pacchetto di riforme istituzionali condivise, il cui varo inevitabilmente risentirà della vicenda politica della formazione del Governo. Il sistema elettorale in vigore ha dimostrato nuovamente di non funzionare: tutti i problemi di principio più volte denunciati, fin qui invano, su queste colonne hanno ricevuto una puntuale riprova in via di fatto dall’ultimo esito elettorale.
E siccome l’adozione di modifiche sostanziali alla legge elettorale non può essere approvata nell’ultimo anno precedente lo svolgimento delle elezioni (come sancito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), la riforma dei sistemi elettorali delle Camere va messa in testa alle priorità di questa legislatura: il popolo non merita un’ulteriore turlupinatura da parte della classe politica, come quella protrattasi per tutto il 2012 – e tanto valga anche per la riforma della legge elettorale toscana, per provvedere alla quale il legislatore regionale non ha più di un anno di tempo da adesso.
Un primo scenario, quello in cui non si formi una maggioranza parlamentare di sostegno ad un Governo né un’intesa istituzionale più ampia, dovrà vedere almeno un Governo di minoranza, l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica e l’approvazione di una nuova legge elettorale: dopodiché, se non maturassero comunque le condizioni per la formazione di una maggioranza parlamentare, l’unica strada sarebbe quella dello scioglimento anticipato e delle elezioni in estate.
Un secondo scenario potrà vedere un Governo di minoranza con un’intesa istituzionale più ampia, comprensiva di riforme costituzionali come quella del Senato delle autonomie, che condizionerà la riforma dei sistemi elettorali, comunque ineludibile.
In un terzo scenario, il Governo potrà ottenere una maggioranza, più o meno solida, in Parlamento e cercare di adottare, oltre a quelle di cui sopra, un pacchetto di riforme economico -sociali, tale da promuovere energicamente fin da subito la ripresa economica e dare vero senso al principio lavoristico su cui la Repubblica è fondata.