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Gmg, la guida e la cordata

DI DOMENICO SIGALINI Sembra ieri, quando nell’assolato mezzogiorno di Tor Vergata il papa annunciò come di consueto la prossima. Erano pronte le bandiere del Canadà e cominciarono a sventolare. Era grande la gioia della GMG 2000, ma il Papa non si fermava, non è abituato a vivere di allori, ma di sfide. Già si proiettava oltre il 2000. Nessuno poteva sapere che cosa sarebbe successo nel mondo, nessuno si immaginava l’11 settembre, nessuno prevedeva come sarebbe continuato il declino della salute del Santo Padre.

Oggi siamo a Toronto, si parte un pomeriggio e si arriva la sera stessa complice il fuso orario. Lui è sempre più deciso, i giovani pure. L’incontro ci sarà. Nessuno dei due teme: Lui, il Papa per la sua fede incrollabile, loro, i giovani, attratti dal suo fascino e dalla gioia di vivere che sprigiona. Da una parte un vegliardo che si piega sempre di più, dall’altra i giovani sempre più desiderosi di non perderlo, di ascoltarlo ancora. Lui a mano a mano che si avvicina l’ora dell’incontro riacquista giovinezza, lo abbiamo visto in questi due ultimi angelus di luglio, loro già in giro per il Canadà o a popolare gli aeroporti, ad assillare gates, hostess, estenuanti file di controllo, a provare delusioni per charter inesistenti che si beffano anche dei giovani della Gmg.

E’ l’incontro tra la guida e la cordata. La guida che sembra sempre più fragile e la cordata sempre più impaziente. La guida che offre senza demordere, segni di debolezza, ma forza di direzione, la cordata che si ricompatta perché non si lascia intimorire dalle visioni cupe di mondo che avanzano all’orizzonte. “A noi basta che sia vivo”, dicono a chi osa lasciarsi sfuggire qualche “poverino” di compassione. Molti purtroppo non sono riusciti a mettersi in cordata diretta, ma la stanno costruendo con Internet, con serate di veglia in tutti i posti del mondo, con mailing list, con sms.

Sono la generazione che ha bisogno dei nonni perché forse i genitori si sono st ancati di loro, hanno creduto che bastasse accontentarli per averli, invece loro vogliono verità, ideali alti, vie impervie, fiducia illimitata. E queste il Papa le sa offrire perché le ha pagate sulla sua pelle. Se li è conquistati a uno a uno con la sua decisione e fede incrollabile, provando talora la solitudine del capocordata e oggi li ha attorno ad ascoltarlo narrare di Gesù, puntare sulla sua presenza, sulla sua croce e se li tira dietro nel campo della missione. Solo così potranno essere luce del mondo e sale della terra. Altri servizi:Toronto accoglie i giovaniToronto, è iniziato il conto alla rovesciaIn pineta aspettando il Papa