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I giovani sono il sale non lo zucchero…

DI GAETANO BONICELLIArcivescovo emerito di Siena-Colle Val d’Elsa-MontalcinoÈ finita anche la XVII Giornata mondiale dei giovani. Molta suspence per la salute del Papa e tanto entusiasmo scatenato dei giovani, radunati nel Downsview Park di Toronto. Qualcuno ha brontolato: i giovani si muovevano, in certi momenti, come se si trattasse di un concerto rock. E i momenti di silenzio, di concentrazione, di autentica preghiera suggeriti e guidati dal “vecchio Papa”: chi li ha contati? Mi meraviglia e mi disturba questa ricorrente incapacità nella Chiesa di accettare lo stile dei giovani. Era così anche al tempo di Gesù. Attorno a lui ragazzi e giovani facevano gazzarra. Gli Apostoli si rendevano interpreti della tradizione legalista e mollavano ceffoni a destra e a manca per fare “ordine”. Gesù ristabiliva le regole: “Lasciate che vengano a me”.

Chi non ha visto nel Papa, in questi giorni, un traino sicuro a Gesù? Il Papa, come sempre, ha parlato forte e chiaro. “Nella ricerca del bene, non siate secondi a nessuno”: ha detto ai giovani, riuniti il 27 luglio nel Downsview Park per la Veglia di preghiera. Ed ancora, parlando del nuovo millennio, “inaugurato con due scenari contrastanti: il Grande Giubileo e l’attentato terroristico di New York”, li ha invitati ad essere “costruttori” di una nuova “civiltà”, per “umanizzare il mondo in cui viviamo”.

Certo, il popolo delle Gmg è giovane e magari un po’ cascherone, ma è sempre una folla cristiana, impegnata nell’andare al largo. Ora i giovani sono in viaggio per casa. Cosa c’è da attendersi? Cos’è che noi attendiamo? Dall’Italia sono partiti 15/20 mila provenienti da circa 150 diocesi. Se in ogni Chiesa fossero capaci di far rivivere un po’ dello slancio di Toronto, sarebbe già un traguardo importante per le nostre comunità. Cari giovani, vien da pregare, non lasciatevi “spompare” troppo alla svelta. Mio padre è morto a 85 anni, ma ricordava sempre la sua esperienza gioiosa fatta a 25 anni, quando si recò a Roma per il Giubileo. In più credo che il confronto della Giornata abbia convinto tutti a lavorare per la giustizia. La miseria l’avete vista negli occhi dei giovani dell’Est e del Sud del mondo.

I cristiani sono ormai una minoranza, ma se si muove concorde può davvero imprimere uno stile nuovo alla vita del mondo, cominciando magari nelle nostre comunità. Basta sprechi, basta chiacchiere inutili che rimandano “sine die” la soluzione anche dei problemi più elementari. Basta contrapposizioni senza senso. Il pluralismo è un valore incalcolabile, purché ci siano idee e programmi per i quali vale la pena di impegnarsi. La Giornata era mondiale e, in qualche modo, avete visto uno spaccato del mondo. Non è sempre bello da guardare, ma Toronto ha acceso una speranza, tanto più bella quanto più difficile da alimentare. Voi, “costruttori della civiltà della giustizia e della solidarietà”, non dovete avere nessuna paura. D’altronde, il Vangelo non ci chiama ad essere lo zucchero, ma il sale. • Gmg, i discorsi del Papa• Gmg, la preoccupazione del Papa per le sorti del mondo• GMG, LA CHIESA TEDESCA SI PREPARA AL 2005 • Toronto, l’amicizia del Papa