Opinioni & Commenti
La Cattedrale e il suo Popolo
Oggi non è più così. Nell’imborghesimento più spinto, nella abbondanza che diventa spreco, nella ricchezza che porta sempre più spesso alla negazione di molti valori fondamentali fino a quello più prezioso della vita le Cattedrali sono abbandonate. Sia dal punto di vista della fede che, conseguentemente, da quello del sostegno economico. A stento si sente cadere qualche spicciolo nelle cassette delle offerte: e non sono certo gli spiccioli della vedova del Vangelo! E allora ci si affida alla Fondazione bancaria, alla Ditta, all’Ente pubblico per trovare i soldi per restaurare, per mantenere, per tramandare ai figli.
Che tristezza! Ciò che i nostri padri hanno fatto realizzare in condizioni certamente più modeste dal punto di vista economico, ma non ideale, oggi non siamo in grado neppure di mantenerlo. Spesso si prende in giro Zaccheo che dichiara di dare la decima di ciò che possiede, ma chi di noi, dà la decima, la ventesima o forse la cinquantesima di ciò che possiede? Zaccheo aveva una misura rigida, certamente: ma la nostra mollezza non è certo migliore. Il fatto che, in una Diocesi toscana, le offerte per le opere sociali raccolte durante la festa più importante della Diocesi, siano state destinare ai restauri della Cattedrale ha creato un certo malumore e contrarietà: la scelta era stata dettata non tanto per le aspettative economiche modeste rispetto alle reali necessità ma per creare un’attenzione, una sensibilità.
Questo episodio conferma che sull’argomento non è ancora stata raggiunta una certa responsabile maturità. E mentre le Cattedrali di muro cascano fisicamente, sono cadute anche le Cattedrali nei nostri cuori: è urgente invertire la rotta, sia come singoli che come Comunità, per evitare che tutto crolli tradendo non solo la nostra storia, ma anche quella di coloro che ci hanno creduto e che per essa si sono spesi.