Opinioni & Commenti
Social forum, il contributo dei cattolici
di Alberto Migone
Firenze ospiterà dal 6 al 10 novembre il Social forum europeo e non mancano certo i timori e le perplessità, soprattutto perché manifestazioni analoghe sono state troppo spesso segnate dalla violenza.
Eppure questo incontro va analizzato e riportato, direi con caparbietà, alla sua vera ragion d’essere che del resto ne segna e ne esalta la potenziale importanza: è una occasione per una riflessione comune, attenta e approfondita, sui grandi temi che sono la sfida del domani. Al Forum si parlerà infatti sì di globalizzazione, di pace, di ambiente, di diritti, di economia, di finanza, ma al di là di tutto questo sono sottese e s’impongono domande di fondo, che precedono ogni analisi settoriale e superano gli orientamenti politici, spesso angusti. Quale futuro vogliamo costruire? Questa costruzione può essere lasciata alle sole forze economiche e ad interessi multinazionali o non dovrà invece poggiare su valori etici largamente condivisi e su prospettive di crescita per tutti? Quale sarà l’anima di questa globalizzazione ormai inarrestabile e che ha in sé indubbie potenzialità?
Si precisa così il vero ruolo di questi incontri. Da un lato quello dello studio, dell’analisi, dell’approfondimento, della proposta, dall’altro quello di aprire a problematiche che a prima vita possono erroneamente sembrare lontane dal «bene particulare».
In quest’ottica non può aver spazio la violenza, promossa ed esaltata come espressione massima di libertà. E se è compito delle forze dell’ordine prevenirla e reprimerla, è dovere degli organizzatori ed anche dei partecipanti prenderne chiaramente le distanze. Anche o soprattutto? su questo versante si giocherà la credibilità del Forum.