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Benigni in tv, nel regno dell’effimero trionfa l’essenziale

di Alberto MigoneLo spettacolo di Benigni, l’antivigilia di Natale, è stato seguito – ci dicono gli indici di ascolto – da più di 12 milioni di persone. E non solo nella prima parte dove ha dominato una satira politica a tutto campo, graffiante ma non volgare. Anzi, il numero di spettatori è salito ancora, quando ci si è addentrati nell’«ultimo del Paradiso».

Il fatto è che quella sera – complice il clima natalizio? – sugli schermi televisivi è avvenuto un ribaltamento significativo. In tv, dove di solito predomina l’effimero, Benigni, a suo modo ma con molta efficacia, ha proposto l’essenziale, cioè il problema del fine ultimo dell’uomo. E Dante ne è stato il tramite e la guida, un poeta liberato per una sera dalla noia scolastica e dalle questioni filologiche, che comunica la sua esperienza di fede, una fede sofferta e pagata ma capace di sciogliere il nodo dei tanti perché che attanagliano l’uomo di tutti i tempi.

Quindi un Dante vivo, attuale. Benigni con una spiegazione puntuale del canto XXXIII del Paradiso e con un linguaggio semplice è stato capace di tradurre contenuti teologici difficili e di introdurci nel mistero di Dio, della Trinità, dell’Incarnazione, ricordandoci anche che in questo arduo cammino ci accompagna col suo aiuto materno la Madonna.E così questi versi, letti con maestria certo, ma anche con tanta commozione, ci hanno offerto un’occasione di riflessione originale, indubbiamente in grado di toccare il cuore e la mente e di far pensare «al senso vero del nostro presente». Ed è pur emersa una «testimonianza», quella dell’uomo Benigni ed anche questo ha colpito.

Il consenso degli spettatori ha dimostrato che contenuti alti sono proponibili anche in prima serata. E a volte la rinuncia agli spot pubblicitari s’impone. «L’ultimo del Paradiso» è stato un indubbio successo, ma anche una severa lezione per la Rai che, in nome del consenso, troppo spesso gioca al ribasso.