Opinioni & Commenti
Il Natale della Parola
Gesù Cristo è la grande Parola di amore che Dio ci ha rivolto. Tutta la sua esistenza dal principio alla fine è autocomunicazione personale di Dio: i gesti, i comportamenti, le situazioni, l’insegnamento, gli avvenimenti, specialmente la sua morte e risurrezione. In lui Dio ha detto e ha donato se stesso. «Chi ha visto me ha visto il Padre».
Gesù Cristo è la Parola fatta carne, una parola che si ascolta con le orecchie, si vede con gli occhi, si tocca con le mani: parola umile e gloriosa che attrae con una bellezza e un fascino senza paragoni; parola che risponde alla domanda più intima e urgente che ognuno di noi si porta dentro, domanda di vita, di felicità, di amore, di significato e di speranza.
Nell’epoca della globalizzazione i cristiani avvertono l’appello a costruire, come auspica il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes, una cultura planetaria comune e nello stesso tempo rispettosa delle culture particolari. Si sentono chiamati a valorizzare tutto ciò che trovano di vero, di buono e di bello, a purificarlo da errori e deformazioni, a elevarlo a più alti significati. Hanno il compito di far emergere dalle diverse culture, che sempre più intensamente vengono a contatto tra loro, la verità e i valori universali che possono assicurare una convivenza pacifica, quali la dignità della persona, il diritto alla vita e alla salute, la libertà di coscienza, la parità uomo-donna, la centralità della famiglia, la giustizia sociale, la solidarietà, la salvaguardia dell’ambiente. È questa la via per costruire un mondo più umano e far avanzare la storia della civiltà, che è essenzialmente storia della comunicazione dai mugolii primordiali agli odierni linguaggi sofisticati.
I cristiani sanno che la verità e i valori, disseminati nelle varie culture, sono semi del Verbo che si è fatto carne in Gesù Cristo. È la loro stessa fede che li spinge al dialogo. Così nel loro stesso aprirsi ai diversi rendono testimonianza all’unico salvatore di tutti gli uomini e di tutto l’umano.