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Giovanni Paolo II, un gigante tra tanti «puffi» della politica mondiale

di Giulio AlbaneseDirettore dell’agenzia Misna«Una cosa è certa: la guerra non risolve i conflitti tra i popoli!». Questa frase a effetto farà sicuramente storcere il naso ai fautori delle «bombe intelligenti». Eppure a pronunciarla è stato un personaggio al di sopra di ogni sospetto: Giovanni Paolo II, il Papa polacco che nel passato denunciò le ingiustizie perpetrate dal regime moscovita e che ha offerto l’ennesima lezione di politica internazionale al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, andando al di là delle ideologie di questo o quello schieramento.

Il tradizionale messaggio dell’anziano Pontefice non sarà affatto piaciuto a certi governi che hanno la presunzione di esportare la democrazia con l’uso della forza, indispettendo anche quei benpensanti che vorrebbero relegare il Vangelo negli angoli più reconditi delle sacrestie per paura che possa condizionare l’orientamento dell’opinione pubblica. D’altronde, cristiani e laici, credenti e miscredenti, devono tutti ammettere che al momento, sul palcoscenico del mondo, il Papa è l’unico politico davvero illuminato che abbia il coraggio di dire quello che pensa, senza dover scendere a meschini compromessi. Ammettiamolo: di questi tempi, quale statista ha l’ardire di denunciare «la produzione e il commercio delle armi, che alimentano abbondantemente le zone di conflitto africane» come ha detto il Pontefice con voce tremolante ma interiormente convinta? Eppure, tutti sappiamo che l’ipocrisia regna sovrana, soprattutto quando sono in gioco questioni scottanti come quella del terrorismo che, lo ha affermato lo stesso Papa, «seminando la paura, l’odio e il fanatismo, disonora tutte le cause che pretende di servire».

E sì, perché ancora troppi opinionisti di fanfaluche considerano gli estremisti islamici come gli unici veri responsabili del disordine che scombussola il nostro povero mondo, quando invece lo scenario globale è molto più complesso e articolato. Per capirlo basta leggere da cima a fondo quello che ha letto il Papa rendendo omaggio alla memoria di monsignor Michael Courtney, nunzio apostolico in Burundi, assassinato di recente, e a Sergio Vieira de Mello, rappresentante speciale dell’Onu in Iraq, ucciso l’estate scorsa in un attentato. A pensarci bene, il Papa, nonostante le sue infermità, è l’unico gigante tra i tanti puffi della politica mondiale ad avere a cuore la res publica in nome di una cattolicità davvero universale. Misna

IL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO: «LA GUERRA NON RISOLVE I CONFLITTI»