Opinioni & Commenti

Famiglia e figli, siamo ancora in mezzo al guado

di Claudio TurriniIn questo 2004 sono quasi un milione gli italiani che festeggiano il traguardo dei 40 anni. È una cifra record mai raggiunta in Italia da una singola «annata». Nel 1964 – si era in pieno boom – nacquero infatti ben 1.016.120 bambini che, grazie ai progressi della medicina e all’assenza di guerre, sono arrivati agli «anta» con pochissime defezioni, battendo così annate – come il 1930 o il 1938 – che pur avevano registrato qualche culla in più. I 40enni di oggi conserveranno il record fino al 2030 e soltanto nel 2031, secondo le previsioni Istat, saranno rimpiazzati dai nati… nel 1966. In altre parole, nel 2031 le due classi più numerose fra i residenti in Italia avranno 65 e 67 anni. Non sono scenari lontani. Già adesso ci sono più 60enni e addirittura 70enni di quanti compiono 10 o 20 anni.

Nel 2002 i nati sono stati solo 538.198, un dato costante nell’ultimo decennio, tenuto su soprattutto dagli immigrati. A dimostrazione che i 40enni di oggi non hanno seguito le orme dei padri. Mai in Italia tanti adulti in età feconda, hanno avuto, infatti, così pochi figli. E se la pensione agli anziani la deve pagare chi è ancora in età lavorativa, si spiega perché il nostro sistema previdenziale sia entrato in crisi.

Chi ha dei figli sa quante difficoltà incontra, nonostante il generale miglioramento del tenore di vita. Assegni familiari indecenti, case e città pensate senza i bambini, ritmi di lavoro asfissianti, penuria di asili nido, un sistema fiscale che penalizza già la famiglia, figurarsi quella con dei figli. Ma le statistiche ci tolgono ogni alibi. Non nascono più figli tra le classi agiate che tra quelle povere, non ne nascono di più nelle città meglio fornite di servizi all’infanzia. Anzi, spesso è il contrario. Agli ostacoli veri – perché sono decenni che si fanno politiche senza tener conto della famiglia – si sommano quelli «culturali». «Viviamo nella “modernità liquida”, in cui nulla dev’essere solido, duraturo, permanente, per sempre», scrivono i vescovi nel messaggio per la Giornata per la vita 2004. «I valori di ieri erano la stabilità e la fedeltà. Oggi sono il movimento e il cambiamento… Se questo è il contesto culturale, i figli non possono rientrare nel progetto della modernità».

Se è vero che «senza figli non c’è futuro», come ci ripetono anche i Vescovi, per invertire la tendenza occorre allora «lavorare su più fronti»: culturale, sociale, economico. E non possono bastare provvedimenti estemporanei come il premio di mille euro per i nati dal secondogenito in poi, varato per un anno dal governo. Né quello approvato pochi giorni fa dalla Regione Toscana che ha vincolato la concessione alle giovani coppie di un contributo per l’acquisto della casa, all’avere un figlio minore di 6 anni oppure in arrivo. Una scelta dettata dall’esiguità dei contributi statali, sufficienti per poco più di 300 famiglie, e frutto anche di difficili equilibri tra visioni diverse della famiglia all’interno della maggioranza di centro-sinistra, ma che, oltre a sollevare più di un dubbio (come l’equiparazione tra famiglia e coppia di fatto), ci fa capire che siamo ancora in mezzo al guado.

La denuncia dei vescovi toscani: la famiglia è rimasta sola

Senza figli non c’è futuro. Messaggio per la Giornata per la vita 2004

Coppie di fatto e famiglia sullo stesso piano?

Legge regionale agevolazioni per l’acquisto prima casa da parte di famiglie di nuova costituzione

I figli? Frecce di speranza lanciate verso il futuro