Opinioni & Commenti

Guarire con la solidarietà

di Renato Ghilardifrancescano, responsabile regionaledella Conferenza episcopale toscanaper la Pastorale sanitaria

La Giornata mondiale del malato, ricorrenza che si celebra annualmente l’11 febbraio, assume questa volta, come scrive il Papa nel suo Messaggio, un singolare significato. Essa, infatti, avrà luogo a Lourdes, ove la Vergine apparve l’11 febbraio del 1858.

La Giornata del malato è un momento importante per sensibilizzare le comunità cristiane, la società civile e le istituzioni sanitarie a farsi carico delle problematiche che riguardano il mondo della salute e ad impegnarsi per una sempre più qualificata assistenza e cura delle persone malate. Insieme, è momento importante per aiutare gli ammalati a valorizzare, come soggetti attivi, la loro condizione sia sul piano umano che cristiano.

In questa Giornata la Chiesa italiana invita a riflettere sul tema della solidarietà come asse portante per rinnovare sia gli atteggiamenti personali di coloro che operano nel mondo della salute sia le stesse relazioni e strutture socio-sanitarie, con l’impegno a renderle più umane e ad aprire gli orizzonti sul mistero del dolore e della malattia ai mondi della politica, della cultura, dell’economia, della famiglia, della scuola, dei mass media, perché nessuno resti estraneo alla comprensione di questa inevitabile condizione umana. Questo compito, se vale per tutte le persone di buona volontà che desiderano prestare un autentico servizio ai sofferenti, impegna con forza particolare i cristiani.Sulla solidatrietà si è detto e scritto tanto. Gesù ci ha insegnato che essa è una virtù tipica della natura e dello stile di Dio, un attributo della Trinità, che è sinonimo di amore, di reciprocità, di solidarietà in azione. Mentre nell’attuale contesto culturale e sociale si sta facendo strada, in modo sempre più forte, uno spiccato individualismo, per non dire egoismo, che trova un corrispettivo nel fai-da-te anche sul piano previdenziale, assistenziale e sanitario con conseguente penalizzazione dei più deboli economicamente e culturalmente ed aggravamento dei fenomeni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale.Nella nuova organizzazione della sanità prevista dal Piano sanitario regionale, con particolare riferimento alla Società della salute, occorre che la pastorale sanitaria sia inserita e incarnata nella dimensione sociale e politica del territorio, inteso in termini ancor più antropologici che territoriali.

In questa prospettiva il ruolo della parrocchia può diventare fondamentale, a condizione, come affermò monsignor Alessandro Plotti, presidente della Conferenza episcopale toscana, nella sua relazione al Convegno nazionale su «La parrocchia, comunità sanante nel territorio», che «essa sia una comunità che sana non soltanto il corpo ma anche lo spirito, che integra, che aggrega, che stimola ed educa soprattutto a farsi carico dei problemi dei più deboli, che sia una comunità di vita, di amore, di solidarietà, di servizio, di dialogo, di fede».

Allora la comunità parrocchiale può essere un interlocutore essenziale nel nuovo progetto della salute e della riorganizzazione delle strutture socio-sanitarie e degli altri servizi, un soggetto indispensabile perché porta unsa sensibilità e un calore, porta il Vangelo e, quindi, porta il rispetto della persona, porta i diritti fondamentali e inalienabili di ogni uomo, porta cioè la solidarietà, la sussidiarietà, tutti quei grandi valori che la dottrina sociale della Chiesa ha proposto negli ultimi decenni.In questo quadro il mondo della salute può diventare veramente una grande strada per poter concretizzare sempre di più l’impegno di evangelizzazione e, attraverso il banco di prova che è la pastorale della salute, è possibile ridare alle comunità parrocchiali un vigore nuovo per riprendere in mano il grande tema dell’accoglienza, dell’appartenenza e trasformare le comunità parrocchiali da agenzie di servizi, tali spesso ancora percepite, in comunità di vita che, attraverso l’attenzione ai malati, pongono la centralità dell’uomo come elemento fondamentale di una società ispirata al Vangelo.

Così la pastorale della salute può aiutare la parrocchia a ricostruire la sua identità e a riaprirsi al mondo esterno, perché la malattia non ha nessuna etichetta.

La sanità toscana, un cantiere aperto

Messaggio per la Giornata del malato 2004

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