Per combattere il terrorismo, insieme ad un’azione intelligente, onesta ed efficace di polizia nazionale ed internazionale, è necessaria un’intelligente e onesta ricerca della verità circa le cause che lo hanno scatenato e che favoriscono la sua forza. Lo scrivono i vescovi della Toscana in un documento sui fatti di Madrid, affidato alle pagine del settimanale cattolico Toscanaoggi, nel numero in edicola domani. Nel testo (consultabile anche sul sito www.toscanaoggi.it) i vescovi ribadiscono la condanna ferma e assoluta del terrorismo, condivisa del resto dalla nostra gente. Fanno paura prosegue il documento – le dimensioni del terrorismo: le sue menti diaboliche, il fanatismo falsamente religioso e nazionalistico che lo genera e lo alimenta (si pensi a quello che si ispira al fondamentalismo islamico), il potere devastante che possiede a livello mondiale, la sua capacità di colpire in modo tremendo e imprevedibile. Nessun dubbio che esso vada scovato, combattuto e vinto. In questo contesto, i cristiani hanno il compito di ricordare a tutti che le tragedie del mondo devono spingere tutti a rivedere, cambiare o migliorare mentalità e comportamenti, cioè a convertirsi e che l’Occidente, che purtroppo spesso dimentica le sue radici cristiane o che nasconde dietro facciate religiose interessi di altra natura, deve fare l’esame di coscienza a tutti i livelli. Non si possono rammentare i sicuri valori e diritti dell’Occidente senza verificare al tempo stesso le sue colpe storiche, le ingiustizie perpetrate o tollerate, le menzogne ideologiche diffuse sulla terra, l’egoismo praticato sul piano della sua politica e della sua economia interna e internazionale, le sue colpevoli divisioni. Si deve capire proseguono i vescovi toscani – che la guerra, come di continuo ha ripetuto Giovanni Paolo II, non risolve ma complica i problemi e che la forza va usata con saggezza e giustizia. Il regime democratico e lo stato di diritto hanno bisogno anzitutto di basarsi sulla pratica integrale della democrazia e l’osservanza del diritto, e non sulla sola potenza, per essere difesi ed esportati nel mondo. Il «realismo» politico va coniugato con l’etica della giustizia e col diritto internazionale rispettato da tutti. Non si comprende a sufficienza e non si può superare la tragedia del terrorismo senza capire e praticare questi valori. In un clima sociale e politico confuso e rissoso, concludono i vescovi, i cristiani devono confrontarsi senza divorarsi tra loro. La debolezza della presenza, della cultura e dell’azione sociale e politica di autentica ispirazione cristiana in Europa e nel mondo indebolisce l’«intelligenza» dei fatti, la vittoria sui mali e sulle tragedie e la prospettiva di una civiltà del diritto, dell’unione e dell’amore. Nelle nostre comunità si cerchi di riflettere, di comunicare e di pregare di più in questo passaggio storico così carico di interrogativi.